C’è un paese in Italia dove a celebrare la Resistenza è la toponomastica. Tante strade che portano il nome di chi ha fatto la lotta partigiana, dei deportati, delle vittime della Prima e Seconda guerra mondiale. Vie che raccontano: grazie al QR segnalato parte un video che narra la storia della persona a cui è dedicato lo spazio. Siamo a Quiliano, 6800 abitanti, in provincia di Savona. Arrivarci non è facile perché bisogna lasciare la costa ed immergersi nell’entroterra, nei luoghi dove i partigiani hanno fatto la storia. Dietro questo progetto, dal titolo “Percorsi che resistono” c’è la vice sindaco e assessora all’Istruzione Nadia Ottonello, una maestra che da sempre crede nei valori della Resistenza: “Le vie – spiega a ilFattoQuotidiano.it – sono in grado di far rivivere le persone. La mia idea embrionale di ricerca e ricostruzione perché non si dimenticasse, si è sviluppata in modo sbalorditivo. Questa memoria è a disposizione di tutti, è un dono che facciamo ai nostri cittadini di oggi e di domani che ha il significato di un profondo riconoscimento e rispetto per quei Martiri della Libertà a cui dobbiamo moltissimo e non dobbiamo mai dimenticare”. Il progetto è portato avanti in collaborazione con Quilianonline.it e Impronte Digitali. Andrea Oliveri è l’autore dei contenuti scritti e multimediali e curatore delle ricerche importanti, mentre Marta Delfino è curatrice delle mappe.
Un’iniziativa nata tra i banchi di scuola anni fa e ottimizzata dall’attuale amministrazione: gli alunni della primaria avevano iniziato a cercare di ricostruire le vicende, tragiche e dolorose, delle persone cui erano stati intitolati i luoghi pubblici. E così ora oltre ottanta spazi del piccolo paese sono luoghi della memoria. C’è chi abita in via Giuseppe Dodino, nome di battaglia Bruciastrade che come volontario della terza brigata “Libero Briganti” non abbandonò il suo distaccamento nonostante il freddo e la fame e chi ha un amico in via don Nicolò Peluffo, il prete ragazzino che sapeva di andare incontro al suo destino la sera dell’8 marzo 1945, quando due sconosciuti coperti in viso chiesero il suo intervento per assistere un malato grave. A Quiliano i bambini ricordano un loro compagno quando passano davanti a via Davide Canovero, che a dieci anni venne prelevato da militi nazifascisti per sapere dove fossero i partigiani nella zona per essere poi torturato. Via Emilio Parodi ricorda un giovane contadino, che entrò nei partigiani a vent’anni per poi finire la sua vita proprio il 27 maggio del 1945 a seguito di un colpo da arma da fuoco ricevuto durante una battaglia proprio il 25 aprile dello stesso anno. E poi c’è via Giobatta Brandini, saldatore finito nel campo di lavoro di Watenstadt, sopravvissuto e diventato sindaco del paese nel 1946 fino al 1951. Tante storie che i più vecchi sanno riconoscere ma che per i più giovani sono solo nomi che grazie all’idea dell’amministrazione possono entrare a far parte della loro vita.
Articolo Precedente
25 aprile, Mattarella: “La Costituzione è figlia della lotta antifascista. Il fascismo portò l’Italia alla catastrofe”. Il discorso integrale
Source link
di Alex Corlazzoli
www.ilfattoquotidiano.it
2023-04-25 12:55:30 ,