Il 6 marzo del 1983 ovvero esattamente 40 anni fa veniva presentato il primo cellulare della storia, ovvero il possente e costosissimo Motorola Dynatac X8000X, altrimenti noto come il telefono mattonella “brick phone” viste le dimensioni paragonabili a una scatola per le scarpe e un peso di circa un chilogrammo. A un prezzo di listino di 3.995 dollari, pari a circa 10.000 euro attuali, il primo telefono portatile commerciale divenne presto uno status symbol, raggiungendo i 300.000 esemplari venduti soprattutto a un pubblico professionale e apparendo al cinema per esempio in Wall Street di Oliver Stone del 1987.
Il primo vero cellulare rivoluzionò il mondo fino a quel momento abituato al massimo ai radiotelefoni installati nelle vetture, delle valigette pesanti e poco maneggevoli. La base del primissimo telefonino fu il prototipo utilizzato il 3 aprile 1973 da Martin Cooper, ricercatore ed ex-vicepresidente della Motorola nell’ormai mitologica prima telefonata mobile della storia a New York, sulla Sixth Avenue, di fronte all’hotel Hilton, chiamando peraltro il rivale Joe Engel dei Bell Laboratories AT&T, per informarlo di averlo sconfitto nella corsa contro il tempo. Il primo telefono Motorola aveva un’autonomia pari a circa 30 minuti di chiamate, mentre per ricaricarsi richiedeva circa 10 ore. Curioso come i dati si siano pressoché ribaltati oggi visto che con mezzora di ricarica si può avere anche più di mezza giornata di uso intensivo.
Sul primo telefonino c’era anche una generosa pulsantiera e un piccolo display di servizio monocromo a una riga, mentre la memoria interna era sufficiente per registrare 30 numeri. Per gli appassionati di cinema, il Dynatac apparve sia nelle mani di Gordon Gekko – Michael Douglas nel Wall Street originale del 1987 di Oliver Stone (che era ambientato nel 1985) sia nel sequel Wall Street: Il denaro non dorme mai del 2010 quando Gekko lo recupera tra gli oggetti che gli vengono consegnati quando esce dalla prigione, un cameo omaggio a un pezzo ricercato della storia della tecnologia.
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di Diego Barbera www.wired.it 2023-03-06 05:50:00 ,