Thelma (2017) è forse l’opera meno nota del regista norvegese Joachim Trier, famoso per la nomination all’Oscar per il suo La persona peggiore del mondo del 2021. Thelma è una pellicola simbolica che riflette sul raggiungimento della maggiore età, sulla maturità sessuale e sull’emancipazione morale. La protagonista, interpretata da Eili Harboe, è una giovane donna che si è appena trasferita a Oslo per iniziare l’università. È cresciuta in una baita in una foresta lontana, dove ha imparato a controllare il suo corpo per reprimere le sue pulsioni e a camminare su lastre di ghiaccio sottili. I suoi genitori gli hanno impartito una severa educazione cristiana. Non appena inizia la scuola, Thelma inizia a soffrire di misteriose crisi epilettiche che — scopriamo presto — sono legate al suo risveglio erotico e alla manifestazione di un potere distruttivo. È un thriller visivamente elegante, una ballata piena di note di tristezza e sensualità con un finale tanto crudo quanto giusto.
Suspiria (2018)
Nel 2017, Luca Guadagnino era sulla cresta dell’onda grazie all’uscita dell’acclamato Chiamami col tuo nome. Il suo film successivo, Suspiria (2018), è stato molto meno acclamato; è un film più intimo che non ha ottenuto lo stesso successo di critica, ma è diventato subito un titolo di culto per una certa nicchia. Si tratta del remake dell’omonimo film di Dario Argento del 1977. Il regista scambia i colori elettrici di quel film con una fotografia e uno stile vicini alla crudezza di Rainer Werner Fassbinder. Non è un’operazione gratuita. Per il dispiacere di molti e la gioia di altri, il suo film adotta un tono molto più serio e sviluppa una trama più complessa rispetto al materiale originale. In Suspiria coesistono stregoneria, danza, politica e psicologia. Gli elementi si intrecciano per formare un mosaico ipnotico. Susie Bannion (Dakota Johnson) è una giovane studentessa di balletto dalla rigida educazione mennonita che ha lasciato la sua fattoria in America per recarsi a Berlino e unirsi a una scuola di danza d’avanguardia gestita dal suo idolo, Madame Blanc (Tilda Swinton). Contemporaneamente, lo psichiatra junghiano Josef Klemperer indaga sulla scomparsa di Patricia, un’altra studentessa. L’ambientazione è la Berlino divisa degli anni Settanta. L’accademia di Markos è anche il nido di una congrega di streghe che non adorano il diavolo, bensì divinità femminili, Madre Suspiriorum, Madre Tenebrarum e Madre Lachrymarum. Susie si rivela un prodigio sia nella danza che nella magia, e quindi il soggetto perfetto per un rituale da cui dipendono la sopravvivenza e l’unità del gruppo. L’epilogo è agnizione allo stato puro.
Midsommar (2019)
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di Manuel de León www.wired.it 2023-10-31 17:00:00 ,