Un’altra notte di sangue. Le forze russe hanno intensificato i bombardamenti sulle città dell’Ucraina. La situazione nei sobborghi di Kiev, in particolare, sarebbe «catastrofica», mentre a Mariupol e in altre città assediate restano bloccate le evacuazioni di civili, con Mosca che accusa gli ucraini di volerli usare come scudi umani. E intanto, secondo il comando ucraino, l’Armata Rossa radunerebbe le truppe per attaccare la capitale. L’intelligence di Kiev rivela un attacco all’Istituto di fisica e tecnologia di Kharkiv che ospita una struttura nucleare. Non c’è conferma di danni ma Kiev sottolinea che si è sfiorata ancora una volta una «catastrofe ambientale». Mosca contrattacca: «Kiev vuole colpire la struttura dando a noi la colpa». E annuncia per le 10 russe (le 8, ora italiana) l’apertura di quattro corridoi umanitari da Kiev, Mariupol, Kharkiv e Sumy. Gli Usa hanno consegnato nuovamente armi anti carro alle forze di liberazione.
Diplomazia in stallo: oggi terzo round di colloqui
Resta in stallo, intanto, il lavoro diplomatico alla vigilia del terzo round del confronto Mosca-Kiev previsto in giornata. A proseguire strenuamente nel tentativo di lasciare aperto un canale di dialogo, il premier israeliano Naftali Bennet, a cui domenica si è aggiunto il presidente turco Tayyip Erdogan. Ma le posizioni restano lontane: Mosca «non cede su niente», registra l’Eliseo, mentre il capo negoziatore ucraino pur dicendosi pronto a discutere «alcuni modelli non Nato», riafferma: «Non cederemo su Crimea e Donbass». Papa Francesco sottolinea come la Santa Sede sia «disposta a fare di tutto per mettersi al servizio della pace».
Zelensky: «Non perdoneremo chi ha commesso atrocità»
Torna a farsi sentire il presidente presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso alla nazione in occasione della Domenica del Perdono. «Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Puniremo tutti coloro che hanno commesso atrocità in questa guerra sulla nostra terra. Troveremo ogni bastardo che ha sparato alle nostre città, alla nostra gente, che ha bombardato la nostra terra, che ha lanciato razzi. Non ci sarà posto tranquillo su questa terra per voi. Eccetto la tomba».
Barile, record di 140 dollari. L’Ucraina blocca l’export di cibo
Il prezzo di un barile di Brent ha sfiorato i 140 dollari, vicino al record assoluto di 147,50 dollari raggiunto nel 2008 e le quotazioni dell’oro hanno superato la soglia dei 2mila dollari l’oncia sullo sfondo delle tensioni per il conflitto in Ucraina. Crollano le Borse asiatiche: Tokyo supera il -3%, Hong kong apre a -3,59%. Pressioni anche sui mercati valutari, con l’euro sotto il livello di 125 yen per la prima volta da dicembre 2020. L’Ucraina, intanto, sospende le esportazioni di alcuni prodotti a causa del crescente rischio di carenza di cibo. Lasciano la Russia, che rischia il default per le sanzioni, anche Netflix e TikTok.
Draghi incontra la von der Leyen per energia e profughi
Differenziare la fonti approvvigionamento energetico, rendere l’Italia sempre meno dipendente dalla Russia, perorare la causa di un tetto comune ai prezzi del gas: con questo triplice obiettivo il premier Mario Draghi e il ministro Roberto Cingolani in giornata incontreranno a Bruxelles la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen. A Bruxelles si parlerà anche dei rifugiati in arrivo dall’Ucraina. Ma Berlino dice no allo stop delle importazioni di gas dalla Russia.