di Andrea Daniele Signorelli
Se appartenete alla generazione dei Millennials, è probabile che sia stato il vostro primo amico sui social network. La sua foto è per sempre impressa nella memoria di tutti noi trenta/quarantenni. È Tom Anderson, meglio noto come Tom di Myspace: il inventore della pionieristica piattaforma musicale che ha rappresentato uno dei primi fenomeni social della Silicon Valley.
È difficile ricordare oggi quanto fosse importante Myspace e come qui siano nati artisti come Lily Allen, gli Arctic Monkeys e perfino Adele. D’altra parte, di tempo ne è passato parecchio: quelli di Myspace erano gli anni della moda emo, con tanto di capelli improbabili, profili imbarazzanti su Netlog (altro protagonista della preistoria social) e canzoni dedicate alla tristezza adolescenziale. Erano gli anni in cui Cristiano Ronaldo debuttava al Manchester United, usciva il primo disco di 50 Cent e il Concorde smetteva di volare.
Un’altra epoca, in cui Facebook e Twitter non avevano ancora travolto la società, l’approccio nei confronti dei social era molto più ingenuo e la nostra pagina di Myspace veniva personalizzata con una tale mole di immagini, sfondi, video e gallery da rendere il suo caricamento – per la banda di allora – una missione quasi impossibile (aspetto che potrebbe anche aver giocato un ruolo nella prematura fine di questo social). Sono passati quasi vent’anni da quando, nell’agosto 2003, nacque Myspace, inizialmente una sorta di clone di Friendster (da cui anche Facebook ha preso molto).
Esplode il fenomeno
Già nel 2004, oltre un milione di utenti era attivo su questo social dedicato soprattutto agli aspiranti musicisti, che qui potevano caricare e diffondere i loro pezzi. Poco dopo, arrivò il primo colpo mediatico: i Rem decisero infatti di pubblicare su Myspace il loro nuovo album, Around the Sun.
Nel 2005 comincia una crescita esponenziale. Milioni e milioni di utenti si uniscono a Myspace, la piattaforma inizia ad attirare le attenzioni degli imperi mediatici tradizionali (i rapporti di forza non si erano ancora rovesciati) e alla fine, nel luglio di quell’anno, la News Corp di Rupert Murdoch acquista Myspace da Tom Anderson per 580 milioni di dollari. All’epoca sembrava una cifra enorme, oggi sarebbero noccioline (per fare un paragone, nel 2017 Google ha offerto 30 miliardi di dollari per l’acquisto di Snapchat).
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www.wired.it
2022-03-15 08:00:00