AGI Da un anno Punta Giglio, nel Nord-Ovest della Sardegna, è il promontorio della contesa. Qui, a dieci chilometri dal centro di Alghero, un’ex batteria militare antinavale degli anni ’30 è stata trasformata in una dimora per ferie su una spettacolare falesia calcarea a picco sul mare.
Un movimento popolare – il Comitato Punta Giglio libera – con manifestazioni di piazza, convegni, appelli e sottoscrizioni ha cercato, inutilmente, di bloccare i lavori di ristrutturazione, dato che la costruzione si trova nel Parco di Porto Conte, in una zona tutelata di straordinario pregio ambientale. Aperta lo scorso ottobre, la struttura ricettiva, finita anche al centro di un contenzioso fra comune di Alghero e Regione Sardegna, è stata chiusa il 2 aprile scorso, con un provvedimento interdittivo, e ora spetterà al Tar, il 13 aprile, pronunciarsi sull’eventuale riapertura.
L’ex casermetta S413, che durante la Seconda guerra mondiale ospitava oltre 70 uomini, è diventata la foresteria con punto di ristoro ‘Rifugio di Mare’, con 7 stanze per gruppi, coppie, famiglie o singoli viaggiatori, e un museo ambientale. Il compendio è gestito dalla cooperativa ‘Quinto Elemento’ di Alghero, che si è aggiudicata il bando pubblico ‘Cammini e Percorsi’ del 2017 per la riqualificazione e il riuso di immobili lungo sentieri ciclopedonali e itinerari storico-religiosi. La casermetta è stata assegnata in concessione gratuita.
Il canto delle sirene di Ulisse
Le stanze dei soldati nell’ex batteria militare, il deposito munizioni e l’antica Torre del Giglio raccontano un frammento di storia del territorio assieme alla scritta ‘Credere Obbedire Combattere’. In agosto specie di uccelli come la berta maggiore e la berta minore nidificano tra quelle falesie, con un canto accostato a quello mitologico delle sirene di Ulisse. Nell’area del promontorio, sito d’interesse comunitario (Sic) e zona di protezione speciale (Zps), volano insieme anche il marangone dal ciuffo e il falco pellegrino.
Così, mentre la cooperativa Quinto Elemento iniziava gli scavi per il restauro dell’ex batteria militare, nella vicina Alghero nasceva il Comitato Punta Giglio libera, che ha raccolto oltre 3.500 firme, fra cui quelle di artisti, ambientalisti e celebrità, per fermare il cantiere e preservare l’integrità ambientale dell’area.
“Siamo contrari alla fruizione turistica nelle zone di massima tutela come Punta Giglio, riserva naturale, perché all’interno del Parco di Porto Conte”, spiega all’AGI Giovanni Oliva, presidente del Comitato. “La tutela delle specie animali e vegetali e dei loro habitat non è compatibile con quella attività. Ciò che contestiamo non è la libera iniziativa della Cooperativa Quinto Elemento, quanto il fatto che un sito Sic e Zps sia stato messo a bando e che il successivo iter autorizzativo sia stato anomalo”.
‘Autorizzazioni anomale’
Dopo sette mesi di lavori, comunque, l’ex batteria militare è diventata una dimora per ferie. Il Comitato si sarebbe aspettato “una maggiore prudenza da parte degli uffici e degli enti preposti che avrebbero potuto sospendere il procedimento, in autotutela, per anomalie”, prosegue il presidente Oliva, che evidenzia “lo spacchettamento in due pratiche dell’intero progetto: una per la richiesta urbanistica e una per i permessi legati alla destinazione d’uso”.
“L’autorizzazione è stata concessa a zero giorni”, ricorda Oliva, “un fatto anomalo e sorprendente per una location che non ha alcun piano del commercio e insiste all’interno di una riserva naturalistica”.
Per cinque mesi il ‘Rifugio di Mare’ a Punta Giglio ha accolto turisti e visitatori che hanno camminato l’ora necessaria per raggiungere la vetta del promontorio. Nel frattempo i dirigenti dell’Osservatorio Ricerca e Sviluppo, che fa capo all’assessorato del Turismo della Regione hanno mosso alcuni rilievi: l’ospitalità nella dimora per ferie/foresteria e il servizio di ristorazione non potevano essere esercitati da una cooperativa ma solo da un’associazione del terzo settore.
Il contenzioso tra Regione e Comune
Gli uffici regionali hanno segnalato per due volte le anomalie allo sportello Suape e alle Attività produttive di Alghero, che avevano autorizzato l’avvio dell’attività. Il contenzioso fra Regione e Comune è approdato anche in Consiglio regionale, con un’interrogazione del M5S.
Comitato Punta Giglio Libera, Italia Nostra, Legambiente Alghero, ‘Siamo Tuttimportanti Sassari, Liberu, Sardenya i Llibertat, Sardegna Possibile M5S Alghero si sono rivolti all’assessorato regionale, sollecitandolo a esercitare i poteri sostitutivi e a nominare un commissario per adottare il provvedimento interdittivo. Alla richiesta si sono associati anche Lipu coordinamento regionale e l’associazione Earth Gadeners.
Nel primo anno di lotta il fronte contrario alla struttura sul promontorio si è allargato e ha presentato anche un esposto alla procura della Repubblica sulle autorizzazioni rilasciate da 14 diversi enti, oltre a un ricorso al Tar. Il Comune, rifiutandosi di accogliere le istanze della Regione, ha ribadito in due occasioni la propria competenza e la correttezza del provvedimento rilasciato dopo gli opportuni approfondimenti.
A questo punto, con un’azione senza precedenti, ai primi di marzo gli uffici regionali hanno emesso il provvedimento interdittivo in autotutela. “Gli enti purtroppo si muovono in maniera scoordinata”, si rammaricano dalla Cooperativa Quinto Elemento. “Attendiamo silenziosi il decorso tramite i nostri legali. Nel frattempo, abbiamo richiesto al Tar la sospensione del provvedimento”.