L’Unione europea (Ue) sta sviluppando piani di contingentamento per trovarsi pronti in caso di un completo stop delle importazioni di gas russo. Secondo quanto dichiarato dalla Commissaria europea per l’Energia Kadri Simons, infatti, l’attuale livello di incertezza riguardo ai rapporti commerciali tra la Russia e l’Unione non permette alla Commissione di escludere che ogni Stato membro sia soggetto a un rischio concreto di vedere le proprie importazioni di gas dalla Russia tagliate.
È ciò che è recentemente accaduto a Polonia, Bulgaria e Finlandia, che dopo essersi rifiutate di sottostare al decreto russo di pagare il gas in rubli invece che in euro o in dollari, si sono viste tagliare la fornitura di gas da Gazprom, il fornitore statale della Russia.
Secondo le indiscrezioni, le proposte su cui la Commissione sta lavorando in tal senso includerebbero un razionamento del gas alle industrie, risparmiando quindi le famiglie. Le industrie rappresentano circa il 27% dell’utilizzo di gas dell’Unione, in particolare in settori come chimico, alimentare e vetro, e la Commissione ha comunque già specificato che proteggerà la catena di approvvigionamento per prodotti ritenuti fondamentali come cibo, medicinali e dispositivi di sicurezza.
L’Unione aveva già precedentemente promesso di sostituire due terzi del gas russo entro la fine dell’anno, rinnovando rapporti commerciali con altri fornitori come Egitto, Algeria e Israele e perfezionando la capacità dei propri stati membri di gestire il gas naturale liquefatto arrivato in copiose quantità nel corso degli ultimi tre mesi.
La scorsa settimana, la Commissione ha inoltre presentato un piano da 210 miliardi di euro per rendere l’Unione indipendente dall’energia russa entro il 2027 che include investimenti in fonti di energia rinnovabile e tagli nell’utilizzo dell’energia.
Rendersi indipendenti dal gas russo non è facile, ma se prima della guerra l’Unione importava circa il 40% del proprio gas dalla Russia, oggi siamo al 26%, in linea con l’obiettivo di arrivare al 13% entro fine anno. In attesa di capire come si evolverà la vicenda dell’embargo sul petrolio, momentaneamente bloccato dal veto posto dall’Ungheria, sembra chiaro che Bruxelles sia determinata a farsi trovare pronta in materia di energia qualsiasi sia la tattica del presidente russo Vladimir Putin.
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di Bojan Zeric www.wired.it 2022-05-27 10:51:43 ,