Domenica non si voter sul salario minimo, com’ parso di capire al giovane Mattia ascoltando la tv. In un affollato pomeriggio ai Gigli, il centro commerciale pi grande della Toscana, i referendum sulla giustizia su cui gli italiani sono chiamati a esprimersi domenica, annegano in una fitta nebbia. Quello di Mattia non neppure il caso pi eclatante. Quasi nessuno sa dei referendum, ancora meno conoscono il numero dei quesiti, nessuno ha idea di cosa chieda loro lo Stato.
Siamo di fronte a una lunga serie di sorrisi smarriti di tutte le et, un campionario di teste scosse che al dilemma storico della contraddizione sul votare s per abrogare e no per mantenere le norme, vede sommato l’ostacolo dell’incomprensibilit delle tematiche in gioco. Forse la scoperta dell’acqua calda, ma misurare la distanza del cosiddetto Paese reale dal dibattito politico sullo scenario referendario un esercizio utile per cercare di capirne le ragioni.
Matteo, 21 anni e un paio di bermuda floreali, consuma una sigaretta confessando candidamente di essere s uno scrutatore, ma uno scrutatore piuttosto distratto: Sar al seggio, so che si parla di una cosa una cosa che riguarda i politici e la giustizia, ma non ho capito ancora cosa esattamente dovremmo dire. Accanto a lui l’amica Diletta, anni 22, che non si intende di queste cose e dunque ha deciso che non andr. Il terzo membro del gruppetto Sara, la pi grande. Ha 29 anni e la sua considerazione non pare delle pi peregrine: Ho provato a guardare ma posso dire che se non fossimo in Italia i quesiti sarebbero almeno comprensibili. Ecco un altro tasto dolente, la (mancata) accessibilit del linguaggio utilizzato sulle schede: Sembra di dover tradurre o trasformare un linguaggio in un altro, una cosa che non mi riusciva nemmeno a scuola.
Entriamo, negozio di articoli sportivi. Nella folla Marta, 22 anni, spunta con curiosit sul turbamento degli intervistati: Parlate dei referendum? Io sar segretaria al seggio…. Si propone. C’ speranza di trovare la prima traccia di consapevolezza. E anche se distanti dal quorum proviamo a indagare: Rispetto ai temi non so bene su cosa si decide, ricordo solo che sono sei schede, ma mi informer la sera prima. Accogliamo la buona volont come segno di speranza e cambiamo piano. Le scale mobili conducono ai punti ristoro. Dietro il bancone tre uomini: i due pi giovani non sanno che si domenica si vota. Un terzo, pi maturo, spiega che andr al seggio. E che legger le domande nel segreto della cabina. Per soddisfare la sua curiosit gli mostriamo in anteprima i quesiti. Si stupisce che siano gi disponibili, li legge, ma non riesce a comprenderli. Partono le risate degli amici, ma la sua una condizione comune a molti.
Poco pi in l, nell’area dei giochi, due ragazzi si vogliono bene e parlano stretti: Niccol, che studia da nutrizionista, parla della separazione delle carriere dei magistrati (Voter s), mentre Chiara, che pure frequenta Scienze Giuridiche, confessa: Devo studiarli. Guido invece ha cinquant’anni: sa che esistono i quesiti ma non sa dire di che cosa si tratti. Stessa et di Lubiana, pistoiese originaria dell’Albania divenuta italiana da qualche tempo. Ci tiene, dice che conosce i referendum e che andr certamente a dire s o no. Infine arriva Giacomo, 67 anni e un passato recente da operaio. con la famiglia, forse vuole fare bella figura e si gira verso la nipote mentre risponde alle domande sui quesiti: …per il nonno non ha ancora capito come mai su temi cos importanti non debbano decidere i parlamentari, che abbiamo votato proprio per questo.
10 giugno 2022 | 07:21
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, 2022-06-10 05:21:58 ,