PARIGI – “Questo è solo un prototipo, la versione per il mercato è più piccola, ma non c’è alcun dubbio che apparecchi del genere siano il futuro”. Thibaut Praider, inventore di La Grangette di Avignone, lo racconta mostrando con orgoglio la sua serra idroponica capace di soddisfare il fabbisogno di un’intera famiglia. La sua è una delle 2000 aziende di 30 diversi Paesi che si sono date appuntamento a Viva Tech, fiera parigina alla sua sesta edizione che tenta di archiviare la pausa forzata dello scorso anno. Fra mobilità smart, lavoro e lavori del futuro, startup europee valutate oltre il miliardo di euro, stavolta uno dei temi fondamentali è la corsa al taglio totale delle emissioni.
Per i saloni del Paris Expo di Porte de Versailles, nelle edizioni scorse, sono passati nomi di peso. Fra gli altri Tim Cook, amministratore delegato di Apple e Eric Yuan, inventore di Zoom, fino a Mark Zuckerberg, capo di Meta e Brad Smith, presidente di Microsoft o ancora Luca Parmitano, astronauta italiano in forza all’Agenzia spaziale europea (Esa). Quest’anno si vola un po’ più basso, malgrado non manchino personalità di rilievo. Basti pensare a Vitalik Buterin, inventore di Ethereum e Evan Spiegel, il “padre” di Snapchat. Senza dimenticare il ritorno di Garry Kasparov, ex campione di scacchi e oggi ambasciatore di Avast Security e Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno, che qui è di abitazione.
Di crisi climatica ne parlano tutti, molti padiglioni hanno del verde al loro interno, e in tanti propongono una formula per affrontare la crisi climatica con tecnologie note e meno note. La coltivazione idroponica di Praider e di La Grangette ad esempio non è una novità. In Estonia Mattias Leep ha costruito Click and Grow su questa tecnica, che impiega solo il 10% dell’acqua utilizzata dall’agricoltura tradizionale, e oggi vende serre in tutto il mondo. A San Francisco c’è invece Plenty, in Italia The Circle che dall’idroponica è passata all’acquaponica, sistema di coltivazione circolare che usa come concime gli escrementi dei pesci d’acqua dolce, con l’idea che nulla debba essere sprecato nell’economia di domani. Il tutto gestito grazie a sensori e algoritmi.
La vera buona notizia è che certe idee stiano diventando loro stesse circolari. Significa che certi processi non sono più innovazione quanto pratica diffusa, almeno nel mondo delle startup. “Sprechiamo davvero troppo, specie nell’alimentare. Non ha alcun senso”, spiega Anna Andruschak, diciannovenne ucraina che a Viva Tech è venuta a presentare Fruittorg, piattaforma che mette in comunicazione direttamente agricoltori e allevatori con ristoranti e supermercati, “così che si produca su commissione solo quello che davvero serve”, sottolinea lei.
A pochi metri dal piccolo stand di Anna Andruschak, incontriamo le cofondatrici di Avocado Ai, Nika Tamaio Flores e Aleksandra Boguslavskaya, che sfruttano l’intelligenza artificiale per analizzare i processi delle aziende legate alla ristorazione, panettieri, ristoranti e caffetterie, per analizzare ordini e scontrini arrivando ad una gestione molto più accurata delle forniture prevedendo il flusso delle vendite. Anche in questo caso non sono certo le uniche. Da noi la Ammagamma di Modena fa sostanzialmente la medesima cosa. Ed è un metodo applicabile anche ad altri ambiti, come fa la canadese BrainBox Ai o l’italiana Cimberio che sfruttano l’intelligenza artificiale per ottimizzare i consumi energetici.
A proposito dell’Italia. A Viva Tech il nostro Paese è presente con una delegazione di tutto rispetto. C’è Certy che ha messo a punto un sistema per certificare l’usato online o Livegreen che specializzata in microalghe e applicazioni sostenibili a loro legate. E ancora Aworld, app scelta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare le persone ai tempi ambientali o Is Clean Air che produce dispositivi di grandi dimensioni per la purificazione dell’aria.
“E poi ci sono gli apparecchi che vengono buttati quando si potrebbe continuare ad usarli”, commentano dalla Edf, azienda francese fornitrice di gas ed elettricità, a Viva Tech presente con i progetti della divisione Pulse Design dove si riutilizzano vecchi pannelli solari e batterie ricondizionati per abbattere i costi della loro installazione “garantendo comunque un funzionamento che si misura in decadi malgrado l’efficienza ridotta”.
Per dare uno sguardo al futuro bisogna spostarsi dall’economia circolare alla mobilità. Droni elettrici per il trasporto delle persone, eterna promessa che ad ogni fiera hi-tech viene rinnovata, ma anche vascelli a guida autonoma mossi dall’idrogeno. Nep Tech di Aix-en-Provence li sta sperimentando nel sud della Francia. “Abbattiamo i consumi, riduciamo i rischi nella navigazione, eliminiamo le emissioni”, racconta Tanguy Goetz, uno dei tre fondatori della compagnia. “Sono certo che il costo dell’idrogeno presto scenderà drasticamente rendendolo competitivo rispetto ai combustibili fossili. Provi ad immaginare i vantaggi per città come Venezia nell’adottare traghetti di questo tipo”, conclude Goetz con un sorriso pieno di ottimismo. Altra costante di queste fiere animate da aziende che stanno muovendo i primi passi, specie se impegnate sul fronte della lotta alla crisi climatica.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-06-16 10:39:52 ,
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Il post dal titolo: Viva Tech. Perché è un bene che l’economia circolare ad alta tecnologia stia diventando scontata scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-06-16 10:39:52 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue