CATANIA — «C’è il concreto rischio che Martina Patti possa reiterare il reato». Ovvero, uccidere ancora. C’è il rischio che possa inquinare le prove e che possa fuggire. In quindici pagine, la giudice delle indagini preliminari Daniela Monaco Crea spiega perché la madre accusata dell’omicidio della figlia, Elena Del Pozzo, debba restare in carcere. «Ci siamo trovati di fronte a una persona con una freddezza spaventosa», spiega il presidente dei Gip di Catania, Nunzio Sarpietro, che ripercorre questo caso drammatico valutato dalla giudice del suo ufficio: «L’indagata è apparsa assolutamente lucida.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-06-18 23:02:31 ,palermo.repubblica.it