Dopo 28 anni di carcere si era concesso una vacanza assieme a tutta la famiglia a Sabaudia, da sempre meta preferita di personaggi dello spettacolo e calciatori. Ma di tempo in spiaggia Michele Onorato, alias ‘o pimontese, boss del clan Cesarano, ne ha trascorso poco. Quello che sembrava un banale controllo dei carabinieri di Latina, in realtà era uno stratagemma preparato dai militari della compagnia di Castellammare di Stabia per notificargli un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli e stringergli le manette ai polsi, anticipando qualsiasi possibile tentativo di sfuggire alla cattura. Ipotesi sulla quale gli investigatori avevano iniziato a tenere alto il livello di guardia. Michele Onorato deve scontare un residuo di pena di 4 anni e 2 mesi per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e falsificazione dei valori di bollo in concorso commessi a Castellammare di Stabia e nei comuni limitrofi a partire dal 2006. In cinque mesi Michele Onorato era riuscito a passato dal regime di carcere duro alla libertà e adesso fa il percorso a ritroso: dalle vacanze a Sabaudia a una cella del carcere di Frosinone dove ora adesso è stato recluso. Una storia paradossale, la sua. Appena a febbraio scorso il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva firmato la proroga del 41-bis per il boss del clan Cesarano, considerato un soggetto pericoloso e, questa la tesi supportata, «capace anche dietro le sbarre di dare ordini agli altri affiliati della cosca di Ponte Persica», da decenni egemone tra Castellammare di Stabia e Pompei. La convinzione si basa soprattutto sul suo curriculum criminale. Michele Onorato, alias ‘o pimontese, è stato uno dei boss più attivi e spietati delle faide di camorra tra gli anni Ottanta e Novanta e uno dei più temuti dagli imprenditori costretti a pagare il pizzo sul territorio. Per l’Antimafia è senza mezzi termini uno dei vertici del clan Cesarano, come riconosciuto dalle diverse sentenze che lo hanno colpito nel corso degli anni (l’ultima in ordine di tempo è quella che riguarda l’inchiesta «Easy Mail») e lo hanno condannano complessivamente a scontare pene per 36 anni di carcere. A marzo però accade che il Riesame accoglie il ricorso presentato dalla sua difesa rispetto a un presunto errato calcolo sullo sconto previsto per la continuazione dei reati. Secondo la Procura il fine pena è previsto nel 2030, per i suoi avvocati invece la scarcerazione sarebbe già dovuta avvenire all’inizio del 2022. E i giudici accolgono la tesi della difesa. Michele Onorato torna dunque libero appena un mese dopo che il ministro gli aveva prorogato il 41-bis. Una beffa per la battaglia anticamorra. Una beffa per Castellammare, che vede tornare in città, uno dopo l’altro, molti boss di camorra. Non basta a Onorato aver strappato una vittoria, il ras vuole mostrare i muscoli. La sua scarcerazione viene infatti festeggiata al rione Moscarella, alla periferia di Castellammare, dove però ‘o pimontese non ritrova tutta la sua famiglia. Pochi mesi prima, infatti, i carabinieri hanno arrestato suo figlio Silverio, considerato uno dei capi promotori di una nuova organizzazione criminale, il cosiddetto Terzo Sistema, che sta provando a farsi largo nella gestione degli affari illeciti a Castellammare, prendendo il controllo della piazza di spaccio del quartiere e cominciando a mettere insieme un vero e proprio arsenale tra pistole e kalashnikov. Silverio Onorato ha incassato una condanna a 13 anni di reclusione in primo grado. La scarcerazione di un boss del calibro di ‘o pimontese fa alzare il livello d’allerta a Castellammare. Secondo il pentito Salvatore Belviso, Michele Onorato era finito nella black list del clan D’Alessandro, anche se nel frattempo dopo 28 anni trascorsi in carcere gli equilibri potrebbero essere cambiati. A preoccupare gli investigatori è soprattutto la sua capacità delinquenziale e l’ipotesi concreta che il boss potesse riorganizzare un clan falcidiato dai numerosi arresti messi a segno dall’Antimafia negli ultimi anni. Dal giorno della sua scarcerazione, le forze dell’ordine non hanno mai perso di vista Michele Onorato tenendo sotto osservazione tutti i suoi spostamenti. Nel frattempo la Procura ha continuato a lavorare per dimostrare che lo sconto di pena di 8 anni concesso al boss fosse un errore. Una tesi poi confermata dai giudici che hanno fissato in 4 anni e 2 mesi il residuo da scontare. Appena firmato l’ordine di carcerazione, i carabinieri della compagnia stabiese si sono attivati per riportare il boss in cella. E per mettere fine a quelle preoccupazioni di fuga che evidentemente non erano campate in aria. I militari sapevano dove trovare il ras del clan Cesarano: aveva organizzato le sue vacanze a Sabaudia, e anche come evitare che potesse sfuggire alla cattura. Da domenica sera Michele Onorato è di nuovo in carcere e ci resterà fino al 2026.
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di Tiziano Valle
www.metropolisweb.it
2022-07-26 05:50:44 ,