Italia e Europa centro-occidentale ancora nella morsa del caldo. Archiviata la breve tregua, le temperature saranno di nuovo roventi con il ritorno dell’anticiclone africano che per la quinta volta da maggio si spingerà verso il Nord. Sulla nostra penisola il nuovo picco è atteso per metà settimana, tra giovedì e venerdì, quando il termometro tornerà a sfiorare se non a raggiungere i 40 gradi all’ombra. Una situazione destinata ad aggravare ulteriormente l’emergenza siccità, che oggi ha provocato una frana sul Cervino: il crollo è avvenuto dalla Testa del Leone (3.715 metri) e ha attraversato la linea di salita della via normale di ascesa italiana, tracciato dove le guide alpine – proprio per il rischio di distacchi legato alla siccità – hanno sospeso le salite dal 20 luglio scorso. Per ora non risultano persone coinvolte. A soffrire più di tutti dal ritorno dell’afa saranno il Nord e le regioni tirreniche.
Firenze, Roma, Bologna e Milano sono tra le città in cui più si boccheggerà con temperature comprese tra i 38 e i 39 gradi. Andrà ancora peggio nelle zone interne della Sardegna, dove la colonnina di mercurio potrebbe impennarsi ancora di un ulteriore grado, raggiungendo la fatidica soglia dei 40. E si patirà l’afa anche a Palermo, Bolzano e Perugia, le tre città segnate per giovedì prossimo con il bollino rosso dal Ministero della Salute. E’ l’ennesima nuova ondata di caldo torrido di questa estate bollente, ma resta sempre un’anomalia. Lo ricorda il meteorologo Lorenzo Tedici, del Meteo.it , segnalando i valori medi del periodo “molto più bassi” registrati nei 30 anni compresi tra il 1971 e il 2000, con Firenze a 33 gradi, Roma a 32 , Bologna a 31 e Milano a 29. Non solo in Italia: l’emergenza siccità si fa sentire anche in Francia e Spagna.
Oltralpe l’assenza di precipitazioni sta facendo penare soprattutto la regione di Parigi. Così la prefettura dell’Ile-de-France, ha lanciato un appello alla cittadinanza perchè risparmi acqua, limitando l’uso domestico ed evitando di innaffiare e di lavare l’auto. Dagli inviti alle prime restrizioni: succede nelle città spagnole di Barcellona, Malaga, Huelva e Pontevedra.
Con i serbatoi sotto del 20% rispetto alla normale riserva d’acqua del periodo, è scattata l’allerta: ogni abitante non potrà consumare più 250 litri al giorno per abitante, sarà ridotta del 25% l’irrigazione ai settori agricolo e industriale e vietato il riempimento di fontane ornamentali. Il mix tra carenza idrica e incendi intanto mette a dura prova gli allevamenti in Toscana. Comincia a mancare il fieno e quello su piazza ha prezzi maggiorati, insostenibili per il centro di recupero equino Ihp di Montaione (Firenze) che chiede un aiuto per poter sfamare i suoi animali, maltrattati e affidati in custodia giudiziaria dai tribunali.
In provincia di Grosseto un gesto concreto di solidarietà ha salvato un allevatore rimasto senza fieno a seguito dell’incendio che il 25 luglio a Cinigiano ha distrutto 700 ettari: i suoi colleghi con una carovana di trattori gli hanno consegnato 25 balle. E mentre il governo si appresta a dichiarare lo stato di emergenza in Liguria, un altro appello arriva dalla Calabria dal sindaco di Isola Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga: “la crisi idrica rischia di compromettere l’intera stagione estiva con una grave ricaduta economica e di immagine”.
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2022-08-02 17:42:08 ,