Donald Trump oggi si è appellato al quinto emendamento per non rispondere alle domande della procuratrice di New York, Letitia James, che da mesi sta indagando su accuse di frode fiscale da parte della Trump Organization. La deposizione avviene 48 ore dopo la perquisizione condotta da decine di agenti dell’Fbi nella sua tenuta di Mar-a-Lago nell’ambito dell’inchiesta sulla rimozione e distruzione illegale di documenti dell’amministrazione Trump. Le vicende hanno riacceso i riflettori sulla lunga lista di inchiesta che coinvolgono l’ex presidente che accusa una magistratura politicizzata di tentare di bloccare una sua nuova candidatura.
Le inchieste di New York
La procuratrice afroamericana Letitia James, che Trump ha bollato come “razzista” nel post di Truth Media con cui ha annunciato la deposizione di oggi, sta conducendo un’inchiesta civile per determinare se la Trump Organization “usato valutazioni fraudolente dei suoi beni per ottenere vantaggi economici, compresi prestiti, coperture assicurative, sgravi fiscali”.
I due figli adulti di Trump, Ivanka e Donald Jr, hanno già testimoniato nei giorni scorsi, dopo che le deposizioni, come quelle del padre, erano state rinviate a causa della morte dell’ex moglie del tycoon, Ivana. A differenza del padre, i due hanno risposto alle domande degli inquirenti. A questa inchiesta civile, si affianca quella penale del procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, sempre su valutazioni fraudolente delle proprietà per ottenere migliori prestiti e pagare meno tasse.
Inchiesta sui documenti scomparsi
Già lo scorso febbraio la Us National Archives and Records Administration, gli archivi nazionali che hanno il compito di raccogliere e custodire i documenti di tutte presidenze, ha notificato al Congresso di aver recuperato in Florida 15 casse di documenti che Trump aveva portato via dalla dimora Bianca, alcune contenenti materiale classificato.
La commissione del Congresso allora disse che veniva ampliata l’inchiesta riguardo al modo in cui la dimora Bianca di Trump ha conservato e trasferito i documenti. L’arrivo degli agenti dell’Fbi, tra 30 e 40 con oltre una decine di auto, a Mar a Lago per perquisire l’attuale residenza dell’ex presidente – che sta comunque trascorrendo il periodo estivo lontano dalla troppo calda Florida – conferma che l’inchiesta è andata avanti.
Inchiesta su pressioni elettorali illecite in Georgia
Dallo scorso maggio uno speciale grand jury sta ascoltando le prove raccolte da procuratori della Georgia sulle pressioni illecite che Donald Trump fece sui funzionari elettorali repubblicani per rovesciare la vittoria di Joe Biden nello stato. L’inchiesta è partita dalla registrazione della telefonata che l’allora presidente fece, il 2 gennaio 2021, al segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, chiedendogli di “trovare” i voti per rovesciare il risultato elettorale. Secondo gli esperti legali, Trump potrebbe essere incriminato per aver complottato per compiere una frode elettorale, istigato a farlo e interferito intenzionalmente con i compiti elettorali di un funzionario pubblico.
Inchiesta attacco a Capitol Hill
La commissione del Congresso che indaga sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021 da parte di sostenitori di Trump sta cercando di dimostrare che l’allora presidente ha cercato, con veri e propri intenti golpisti, di rovesciare i risultati elettorali. La vice presidente della commissione Liz Cheney, una dei due unici repubblicani che partecipano all’inchiesta, ha detto che la commissione potrebbe alla conclusione del suo lavoro raccomandare al dipartimento di Giustizia diversi capi di imputazione per Trump che accusa la commissione di condurre una caccia alle streghe politicizzata.
La commissione infatti non può incriminare Trump, nonostante continui a raccogliere prove a suo carico, ma la decisione dovrebbe essere presa dal dipartimento di Giustizia guidato da Merrick Garland. In questo caso, la sfida principale per i procuratori federali sarebbe quella di dimostrare che Trump ha agito con intento criminale. Inoltre l’ex presidente potrebbe essere incriminato di “complotto sedizioso”, imputazione finora raramente usata contro chi cospira contro il governo degli Stati Uniti contestata già a diversi partecipanti e leader della rivolta.
Caso di diffamazione di Jean Carroll
Infine Trump deve fare i conti ancora con un caso che è la conseguenza della temporale di accuse di molestie e violenze sessuali che gli sono state rivolte durante la campagna elettorale del 2016 da decine di donne. Jean Carroll, ex giornalista di Elle, lo ha accusato di diffamazione per il modo in cui ha negato le accuse della donna, che afferma di essere stata violentata da lui negli anni novanta in un camerino di un grande magazzino di New York. Trump disse che la donna mentiva per aumentare le vendite di un suo libro.
Si attende la decisione della corte d’appello del secondo circuito di Manhattan che deve decidere sulla richiesta dei legali di Trump di archiviare le accuse, dal momento che risalgono ad un momento in cui in qualità di presidente era immune da accuse di diffamazione.
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2022-08-10 15:18:08 ,