Lo storico leader di Rifondazione comunista: «Gorbaciov voleva cambiare il sistema sovietico dall’interno. Putin è un autocrate che segna un ritorno alla politica imperiale»
«Lo ricordo quando, in fase discendente dopo il colpo di stato, veniva accolto in Occidente. I nostri sono stati incontri fugaci, ma faceva impressione vedere quest’uomo così importante per la storia rimanere ‘appartato’, solo con sua moglie. Come se fosse considerato un corpo estraneo nel nostro mondo al di là di quella cortina di ferro che lui stesso aveva voluto abbattere. Potrei prendere in prestito un testo di Federico Caffé per descriverlo come un ‘riformista solitario’». Fausto Bertinotti – comunista, storico leader sindacale e poi segretario di Rifondazione comunista – riassume così «la contraddizione» che ha accompagnato tutta la parabola storica di Mikhail Gorbaciov, scomparso ieri a 91 anni.
Perché parla di contraddizione?
«Gorbaciov si era posto una missione generosa, ma impossibile: riformare un sistema irriformabile come già dimostrato anni prima dai carri armati sovietici che misero fine alla primavera di Praga di Dubcek. Gorbaciov è una delle figure più tragiche della storia recente. La sua è una vicenda molto dignitosa, in un contesto obbiettivamente sfortunato: una tribolata fase di passaggio che lui stesso aveva contribuito a determinare. Per questo dico che è rimasto prigioniero di una contraddizione, come dimostra anche il colpo di stato dell’agosto 1991».
Quello che portò poi il potere nelle mani di Eltsin.
«Il Putsch di agosto rappresenta un’altra tenaglia della storia: un’ulteriore prova che la strada di Gorbaciov era generosa, ma impossibile da percorrere. Ricordo ancora quello che diceva K.S. Karol, uno dei maggiori esperti del mondo sovietico: ‘State prendendo un abbaglio: Gorbaciov è popolare più in Occidente che in Urss’. Ed è proprio quello che sta accendo oggi in Russia, con il consenso interno a Putin».
Che differenza c’è tra i due?
«Gorbaciov voleva una riformare il sistema dall’interno e si inserisce nel solco della storia dell’Unione sovietica. Putin invece è un autocrate fuori dalla tradizione sovietica. Putin rappresenta un balzo all’indietro, un ritorno alla politica imperiale».
Putin fa guerra all’Ucraina, Gorbaciov sosteneva il diritto alla libertà e alla democrazia dei cosiddetti «Paesi satellite».
«Stiamo attenti a non guardare la storia con la lente del presente. Gorbaciov è l’ultimo a sostenere l’unitarietà dell’Unione sovietica: per evitarne il collasso, vuole accelerarne lo sviluppo economico e riformarla, ma sempre tutta unita».
Da ultimo, come commenta il tweet di Marco Rizzo sulla morte di Gorbaciov?
«Non intendo commentare. A dir la verità sono fuori dall’Italia e non ho letto. Ma cosa ha scritto?».
31 agosto 2022 (modifica il 31 agosto 2022 | 13:53)
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Carlotta De Leo , 2022-08-31 11:00:18 ,