Il segretario e il congresso: «Il Pd non si scioglierà. Nuovo nome? Parleremo di tutto»
Il campo largo della sinistra per le passate elezioni è fallito, ma adesso Enrico Letta lo invoca a gran voce: «Io spero che faremo un’opposizione il più unitaria possibile, altrimenti faremo il regalo più grande a Giorgia Meloni
e al suo governo, che ne avrebbero un vantaggio».
Il segretario dem parla a Che tempo che fa su Rai3 e quello che rivolge è un appello che coinvolge tutti, dal Movimento 5 Stelle ad Azione. Ha messo da parte gli occhi di tigre Enrico Letta, ma non la voglia di combattere: «Sarà una legislatura di battaglia», dice spiegando che il Pd ha già preparato un’agenda parlamentare per entrare nel merito vivo delle questioni. Le mette in fila il segretario dem: «Il salario minimo, il costo del gas e dell’energia elettrica e poi i diritti, a cominciare dallo ius scholae su cui si erano fatti passi avanti», e poco importa che il conduttore, Fabio Fazio, obietti che forse sui diritti non sarà facile avere la meglio con questo governo. «L’Italia ha bisogno del lavoro degli immigrati e questo passa attraverso un processo di integrazione». Oltre l’agenda il Pd ha già pronto anche il calendario del congresso costituente e a Fazio che lo incalza sul futuro del Partito democratico Letta risponde deciso: «No, non ci sarà lo scioglimento del partito». Più possibilista il segretario dem è sull’ipotesi di cambio del nome: «Discuteremo di tutto al congresso, anche di questo».
Di tutto e con tutti. Durante la trasmissione Letta fa un altro appello: «Tutti coloro che vogliono costruire un’alternativa partecipino al processo costituente del nuovo. È un campo in cui non è deciso nulla e sarà appassionante. Vengano e partecipino e entro l’inverno, ovvero fine febbraio o inizio marzo, avremo un nuovo Pd».
Per il nuovo partito Letta vorrebbe una nuova classe dirigente con più giovani e più donne, ed è proprio ai giovani e alle donne che si rivolge per le proposte politiche: «Per i giovani dobbiamo imporci per avere un contratto del primo impiego e non più farli lavorare senza stipendio, ma anche dare loro un aiuto per gli affitti. Per le donne si deve combattere perché esista una vera parità salariale»
Inevitabile l’analisi della sconfitta delle elezioni. Letta la fa con pacatezza, ricordando tuttavia che ci sono «ben cinque milioni di italiani che ci hanno dato un mandato per fare opposizione al governo più di destra che abbiamo mai avuto».
Ma la sconfitta e gli errori non si possono negare. Dice Letta: «Ci sono due motivi che hanno portato a questo risultato. Il tema dell’alleanza: se avessimo fatto un vero campo largo con tutti coloro che non si riconoscevano nel centrodestra avremmo vinto le elezioni. Poi però c’è un punto importante: non siamo riusciti a convincere quella parte di Paese che non ce la fa. E questo per un partito che combatte le disuguaglianze è molto grave».
L’ex premier accompagnerà il partito fino al congresso costituente ma ha già fatto sapere più volte che non metterà sul piatto la sua candidatura per la segreteria: «Ho scelto questo percorso perché era il più semplice, per non dover nominare un segretario traghettatore». E chi vorrebbe alla guida del Partito democratico? Letta sorride, non si sbilancia: «Ho delle idee…».
10 ottobre 2022 (modifica il 10 ottobre 2022 | 09:14)
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Alessandra Arachi , 2022-10-10 07:09:13 ,