Il governo Meloni non sta solo riportando in vigore la politica dei porti chiusi contro l’arrivo di migranti, ma vuole attuare una politica di accoglienza discriminatoria, per effetto della quale se sei uomo non hai diritto a essere portato in salvo in un porto sicuro. Con un nuovo decreto interministeriale, che ha coinvolto i dicasteri dell’Interno, della Difesa e delle Infrastrutture, l’esecutivo ha stabilito che le persone adulte di sesso maschile salvate nel Mediterraneo non possono essere sbarcate in Italia, privilegio concesso unicamente a donne, minori e a chi si trova in gravi condizioni di salute.
Sono poco più di mille le persone che si trovavano a bordo delle navi di ricerca e salvataggio in mare Sos Humanity, Geo Barents, Rise Above e Ocean Viking. Ma secondo il governo italiano il loro sbarco metterebbe in pericolo “l’ordine pubblico”. Non tutte però, solamente quelle di sesso maschile senza minori a carico, che sono state lasciate a bordo delle navi delle ong, arrivate nelle acque territoriali italiane, e che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito come “carico residuale”, come riportato da La Stampa.
Sbarchi selettivi
Un linguaggio disumanizzante, usato nel tentativo di ridurre la gravità delle azioni del governo, che in questo modo ha inaugurato la sua nuova politica di “sbarco selettivo”. Dopo l’approvazione del decreto firmato dai ministri Matteo Piantedosi, Guido Crosetto e Matteo Salvini, la Sos Humanity ha potuto sbarcare, nel porto di Catania, solo 144 migranti tra donne e minori, e un solo nucleo familiare composto da due minori e uno zio. Mentre gli altri 35 maschi adulti sono stati lasciati sulla nave. Stessa sorte è toccata alle persone salvate dalla Geo Barents di Medici senza frontiere, solo che in questo caso sono rimaste a bordo più di 200 persone.
Dopo gli sbarchi parziali, il governo ha ordinato ai comandanti delle navi di lasciare il porto catanese per portare il “carico residuale”, cioè i migranti adulti di sesso maschile, in acque internazionali, per cercare salvezza altrove. Ma la decisione del governo italiano va contro qualunque norma di diritto internazionale ratificata dall’Italia. Per questo, i comandanti si sono rifiutati di lasciare il porto e la Sos Humanity ha deciso di presentare ricorso contro lo Stato presso il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio, dando il via a una nuova diatriba legale tra Italia e ong.
Cosa dicono le regole internazionali
Tuttavia, questo scontro non è tra Italia e ong, ma tra il governo Meloni e le leggi internazionali. Le norme parlano chiaro: un salvataggio finisce solo quando tutti i naufraghi sono sbarcati a terra, nel più vicino porto sicuro. Permettere lo sbarco solo ad alcune persone e rimandare le altre fuori dalle acque territoriali non è altro che una forma di respingimento collettivo, vietato sia dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati, sia sulla Convenzione europea dei diritti umani.
Ma al governo, evidentemente, interessa poco. Da anni la destra europea tratta le ong e i migranti come capri espiatori di qualunque problema, dalla criminalità alla crisi economica. E il governo Meloni, nei suoi primi giorni in carica, sta lavorando alacremente per mantenere l’attenzione pubblica concentrata prevalentemente su migranti, ong e altri temi di bandiera della destra.
Davanti alle coste siciliane restano ancora altre 300 persone, a bordo delle navi Rise Above e Ocean Viking. Anche in questo caso, il governo probabilmente consentirà solo lo sbarco di minori, donne, nuclei familiari e persone in gravi condizioni di salute. Condizioni che il governo ritiene riguardino solo il fisico, mentre lo stato mentale delle persone non è stato nemmeno preso in considerazione. Come riporta Repubblica, infatti, il deputato Aboubakar Soumahoro ha denunciato la mancanza di psicologi e mediatori culturali tra il personale incaricato di verificare le condizioni di salute dei migranti.
Leggi tutto su www.wired.it
di Kevin Carboni www.wired.it 2022-11-07 11:39:18 ,