«Il Pd? Lo abbiamo ripetuto più volte: con questi vertici abbiamo difficoltà a sederci allo stesso tavolo. Una difficoltà che nasce da questioni politiche serie». Alla fine la sberla del presidente del M5s Giuseppe Conte agli ex alleati democratici arriva forte e precisa, e travalica la questione delle prossime regionali nel Lazio oggetto della conferenza stampa indetta l’8 novembre con poche ore di preavviso nella sede del movimento in via Campo Marzio.
Nodo termovalorizzatore e la caduta del governo Draghi
La questione della successione a Nicola Zingaretti, che essendo stato eletto deputato nelle liste del Pd si dimetterà il 10 novembre, è infatti presto liquidata: Conte elenca un «programma radicalmente progressista» per la regione di pochi punti tra i quali spicca il «mai termovalorizzatori» come quello che per decisione del sindaco democratico Roberto Gualtieri verrà costruito a Roma («entro il 2023 l’apertura del cantiere», ha ribadito nei giorni scorsi). Un programma evidentemente non rivolto al Pd ma a non meglio specificate «forze sane della società civile» che vorranno «sposarlo».
L’occasione è per il resto quella giusta per togliersi più di un sassolino dalle scarpe e ricordare che proprio la questione del no al termovalorizzatore – già al punto 9 del vecchio programma del suo secondo governo, precisa, ossia il Conte 2 giallorosso – è stata la causa della caduta del governo Draghi. Assieme al no al riarmo (leggasi il no all’invio di armi all’Ucraina). «Il Pd voleva metterci alla gogna, emarginarci come appestati e darci il colpo di grazia quando i sondaggi ci davano al 6 o 7% – si accalora Conte -. I cosiddetti scissionisti sono andati in tutte le tv e il Pd ne ha approfittato per candidarli tutti in coalizione».
Zingaretti: Conte ha rotto alleanza senza motivo
La reazione alla decisione di correre da soli nel Lazio dei pentastellati arriva poche ore dopo, nel corso dell’incontro di fine mandato con la stampa di Nicola Zingaretti. “Conte rompe l’alleanza che governa il Lazio senza motivo perché la Regione – sottolinea il Governatore dem nel tentativo in extremis di ingraziarsi il leader M5S sul tema più divisivo del “campo largo” laziale – non ha mai autorizzato e non autorizzerà l’inceneritore. Questo lo abbiamo già deciso noi, non ce lo dice lui. La scelta di Gualtieri riguarda la città anche in vista del Giubileo, per far fronte alla realtà che si è trovato ad affrontare dopo dieci anni di niente”.
“È come se Conte dicesse: ’Non vado a vedere Bambi perché ho paura del Re leone. Ma nel Re leone Bambi non c’è”, sottolinea poi Zingaretti. “Io non ho il compito di costruire l’alleanza futura ma sono un costruttore di unità a differenza di coloro che l’unità la distruggono per vicende partitiche”, conclude. Alla presentazione del rapporto di fine mandato di Zingaretti le uniche assessore assenti sono le esponenti M5s Roberta Lombardi e Valentina Corrado.L Per l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, candidato per la corsa a governatore si tratta di “uno sgarbo istituzionale”, che “segna una rottura definitiva”.