L’appuntamento è per domani, martedì 29 novembre: alle ore 10 l’Aula della Camera ha in agenda la discussione generale delle mozioni sul conflitto Russia-Ucraina. Un tema politicamente “caldo” che permetterà di rilevare la tenuta della maggioranza – orientata a una mozione unitaria di sostegno all’Ucraina con disco verde all’invio di armi a Kiev – e la capacità di compattarsi dell’opposizione. Cosa tutt’altro che facile: alla vigilia del voto, fonti interne assicurano che il Pd si asterrà o voterà contro per la mozione Ucraina presentata dal M5S, a prima firma Giuseppe Conte: “Di certo non voteremo a favore se loro si asterranno sulla nostra, noi faremo altrettanto sulla loro”.
La linea della maggioranza sul conflitto in Ucraina, in attesa di leggere la versione definitiva delle mozioni all’attenzione di Montecitorio, emerge comunque chiara da un emendamento al decreto sulla partecipazione alle missioni Nato e sulle misure per il servizio sanitario in Calabria, ora all’esame del Senato. La proposta di modifica, presentata dai relatori Roberto Menia (FdI) e Clotilde Minasi ( Lega), prevede la “proroga fino al 31 dicembre 2023” dell’invio di armi e “mezzi militari” in Ucraina. l’Alleanza Verdi-Sinistra insorge: “Un colpo di mano”. Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, accusa il “governo dei furbetti”. Nel decreto “ci sono le misure straordinarie per la sanità della Calabria, una proroga per alcune commissioni Aifa, e misure per personale alla Nato. E che fanno? Ci mettono dentro la proroga per altri 12 mesi per le armi all’Ucraina. Uno schiaffo in piena regola al Parlamento”.
Maggioranza: sì a spese difesa pari a 2% Pil, senza vincoli di bilancio
La bozza non definitiva della mozione cui lavorano i partiti della maggioranza impegna il Governo, tra le altre cose, “a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina nei termini e con le modalità stabilite dall’articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14”, la cui validità scadrà il 31 dicembre prossimo.
In un altro passaggio la mozione della maggioranza impegna il Governo, tra le altre cose, “ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2% del Pil, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita, l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio”.
M5S: impegno Governo a illustrare in Parlamento eventuale invio armi
Le mozioni sul tavolo, salvo novità last minute, dovrebbero essere cinque: oltre a quella su cui lavora la maggioranza, a firma congiunta di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, hanno presentato mozioni anche Pd, Azione-Iv, Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle. Quest’ultima impegna il Governo, tra l’altro, “a voler illustrare preventivamente alle Aule parlamentari l’indirizzo politico da assumere in occasione di consessi di carattere internazionale riguardanti il conflitto Russia-Ucraina, compreso quello concernente l’eventuale invio di forniture militari, al fine di tenere conto degli indirizzi dalle stesse formulati”. Tra le sette richieste di impegno all’Esecutivo anche la promozione di “iniziative in cui il nostro Paese si faccia interprete e protagonista di una nuova fase di sforzi diplomatici affinché sia scongiurato si rischio di una ulteriore escalation militare” e “la convocazione di una Conferenza sulla Sicurezza in Europa, al fine di ristabilire, in nome di un rinnovato spirito di Helsinki, un quadro di pace, sicurezza e cooperazione, nonché avviare un percorso per una Conferenza multilaterale sulla pace”.