Author: Redazione Politica
Data : 2022-11-30 12:19:48
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I centristi: «Il governo esprima una linea». Il ministro degli Esteri Tajani: «Presto il ministro della Difesa Crosetto porterà in Consiglio dei ministri il decreto per prorogare le decisioni già adottate che scadono il 31 dicembre»
Sulla questione dell’invio di armi in Ucraina
la mozione del Movimento 5 Stelle — su cui il governo aveva espresso parere contrario — è stata respinta dalla Camera con 193 no, 46 sì e 75 astenuti. Via libera, invece, alla mozione unitaria del centrodestra: parti del documento, che contiene tra l’altro l’ok a proseguire con l’invio delle armi a Kiev, sono state votate anche dall’opposizione. Approvate anche la mozione del Partito democratico e quella di Azione-Iv ad esclusione dell’impegno che prevedeva di «proseguire senza riserve l’attività di sostegno, economico e militare, a Kiev e al popolo ucraino, in continuità con le azioni intraprese ed i provvedimenti adottati dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, anche mediante l’invio di nuovi equipaggiamenti bellici, tenendo opportunamente informato il Parlamento sulle decisioni che si intenderanno assumere». I testi di dem e Terzo polo sono passati con votazioni per parti separate, con un gioco di astensioni incrociate tra maggioranza e i gruppi proponenti.
La mozione del centrodestra impegna il governo «a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina nei termini e con le modalità stabilite dall’articolo 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022, numero 14» e «ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2% del Pil entro il 2028, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita, l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio e a incrementare le risorse umane e finanziarie destinate alla politica estera, quale strumento fondamentale per tutelare l’interesse nazionale». Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al termine della ministeriale Nato di Bucarest, ha assicurato: «Presto il ministro della Difesa Crosetto porterà in Consiglio dei ministri il decreto per prorogare i tempi delle decisioni già adottate che scadono il 31 dicembre per un’eventuale fornitura di mezzi militari all’Ucraina, naturalmente sempre previo passaggio parlamentare».
Per il sostegno a Kiev , quindi, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di rimettersi all’Aula. A Montecitorio si è svolto il dibattito sulle mozioni e Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, aveva chiesto un nuovo quadro di intervento «non più rinviabile» (qui le posizioni dei partiti). «Pretendiamo — aveva detto l’ex premier presentando la mozione che poi è stata respinta — un passaggio nelle aule parlamentari perché sia garantito ai cittadini il diritto ad una informazione trasparente. Se il governo vuole perorare una linea guerrafondaia “armi a oltranza e zero negoziati” venga in Aula a dirlo, a metterci la faccia», è l’’invito del leader pentastellato. Chiara la richiesta: «Esigiamo un cambio di passo dalla Nato e dalla Ue. E soprattutto dal nostro Paese».
Ettore Rosato, presidente di Italia viva, chiedeva all’esecutivo di «esprimere una linea in Parlamento»: «La mozione del Pd — spiega — è condivisibile come la nostra, la mozione del M5S non dice quello che i Cinque Stelle dicono. C’è bisogno di tenere unito il Paese su questo aspetto particolare. Il governo faccia uno sforzo di attenzione su questo passaggio».
Per Nicola Fratoianni, dell’alleanza Verdi e Sinistra, «la retorica delle armi fino alla conquista della pace è retorica oltre ad essere infondata. Occorre oggi un cambio di passo. Avete cercato gli amici di Putin tra i pacifisti quando era ben chiaro dove andarli a trovare, in parte con voi in questo governo. Putin è un uomo di destra, un nazionalista di destra, i suoi amici è a destra che li dovete cercare, è lì che sono sempre stati. Un cessate il fuoco è l’unica cosa, la retorica della guerra dei valori, che in nome dell’Atlantismo ha sacrificato l’europeismo». Per queste ragioni il gruppo ha chiesto «un cambio di passo, la necessità di una verifica, di un’iniziativa politica di costruzione della pace. Per nulla indifferenti, per nulla equidistanti diciamo pace, innanzitutto in nome degli aggrediti e delle vittime», ha concluso Fratoianni. L’Aula però ha respinto anche la mozione di Verdi e Sinistra con 246 no, 54 sì e 1 astenuto.
Ha votato a favore delle mozioni che impegnano l’Italia a proseguire il sostegno militare all’Ucraina +Europa, come ha annunciato in Aula il segretario Benedetto Della Vedova: «Mi auguro che tutti siano concordi sul fatto che c’è un solo responsabile di questa brutalità, che c’è un solo responsabile della distruzione delle infrastrutture civili, della rete elettrica ucraina, del fatto che a Kiev, d’inverno, c’è la corrente per sole tre ore e che c’è un solo responsabile del disastro umanitario, delle vite civili e militari distrutte da questa guerra insensata, irragionevole e immotivata: Vladimir Putin. Il tema vero che ci divide è il sostegno militare all’Ucraina. Ed è questo il vero tema della discussione delle mozioni di oggi: per +Europa l’Italia deve proseguire nel solco di quanto fatto con grande serietà dal governo Draghi ad assistere, anche in termini difensivi, con l’invio di strumenti di difesa, il popolo ucraino».
30 novembre 2022 (modifica il 30 novembre 2022 | 13:19)
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