La Conferenza Onu sulla Biodiversità che si terrà a Montreal (Cop15) dal 7 al 19 dicembre è un’opportunità decisivo per affrontare la sempre più grave crisi di perdita di biodiversità. I Governi si riuniranno a dicembre 2022 per approvare un nuovo accordo con obiettivi al 2030: un piano che, se sufficientemente ambizioso e fondato su principi scientifici, permetterà di affrontare la perdita di biodiversità, la crisi climatica, la crisi alimentare e idrica e di ridurre la nostra vulnerabilità a future pandemie.
La Cop15 di Montreal deve rappresentare la svolta che l’Accordo di Parigi ha rappresentato per il clima, definendo un accordo che sia commisurato all’entità della crisi di natura che stiamo vivendo.
Un quadro globale di successo
Per affrontare la crisi di natura e garantire un futuro sostenibile per la nostra e le future generazioni, il Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) deve contenere almeno i seguenti elementi:
1. Una mission per raggiungere un mondo nature-positive e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030
La Mission del GBF è l’obiettivo ultimo che deve guidare tutti i settori della società, così come l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 2°C, e preferibilmente ad 1,5°C lo è per il clima. L’inversione della curva della perdita di biodiversità al 2030 non è solamente un obiettivo necessario per la sopravvivenza del pianeta, ma è un anche un obiettivo raggiungibile, grazie alla resilienza dei sistemi naturali, se si sono create le condizioni perché questo avvenga.
2. Un obiettivo per preservare il 30% di terre, acque e oceani e ripristinare gli ecosistemi degradati entro il 2030
Così come già riconosciuto a livello europeo dalla Strategia 2030, il principale strumento di contrasto alla perdita di biodiversità è la creazione di aree protette. Questo obiettivo dovrebbe essere concordato a livello globale: l’economia mondiale trarrebbe grandi vantaggi dalla istituzione di aree protette o comunque tutelate in aree chiave per la biodiversità che coprano il 30% della superficie terrestre e il 30% della superficie marina, con benefici che supererebbero ampiamente i costi (rispettivamente 5 a 1).
3. Un obiettivo intermedio per dimezzare l’impronta ecologica di produzione e consumo entro il 2030
Le attività umane non sostenibili stanno causando la perdita di biodiversità: la quantità di natura richiesta per la produzione e il consumo di materiali e prodotti per l’alimentazione, le infrastrutture e l’edilizia costituiscono la nostra “impronta ecologica”. Il Quadro Globale per la Biodiversità offre un’opportunità unica per dimezzare l’impronta dei consumi e della produzione entro il 2030 e concordare azioni comuni su scala globale per incentivare una giusta transizione dei settori produttivi e finanziari che garantisca posti di lavoro e stili di vita, consentendo, allo stesso tempo, di proteggere e ripristinare la natura. Una transizione, dei settori che hanno maggiore impatto sulla biodiversità, compresi i settori agroalimentari, presenta nuove e svariate opportunità per un’economia sostenibile e per la creazione di nuovi posti di lavoro green.
4. Un meccanismo di implementazione che preveda un’accelerazione delle azioni nel tempo
Un meccanismo di implementazione forte e integrato all’interno del Quadro Globale per la Biodiversità, simile a quello dell’Accordo di Parigi per il clima, è un elemento decisivo per assicurare che i target e gli indicatori vengano raggiunti e che si possa imprimere un’accelerazione nel tempo ove necessario se il progresso è troppo lento. L’allineamento dei Piani Nazionali per la Biodiversità, tenendo sotto controllo i progressi e accelerandoli laddove necessario, sono elementi imprescindibili per evitare il fallimento degli Obiettivi di Aichi.
5. Un aumento significativo di risorse destinate alla biodiversità e un allineamento dei flussi finanziari per raggiungere l’obiettivo nature-positive e convertire i sussidi dannosi entro il 2030
Occorrono più fondi per la natura. Nell’adottare il Quadro Globale per la Biodiversità, i Paesi devono ripensare alle modalità di finanziamento degli obiettivi: una strategia di mobilitazione delle risorse efficace e completa deve includere diverse fonti e una diminuzione dei finanziamenti che danneggiano la natura, anche attraverso un riorientamento dei sussidi dannosi entro il 2030 e ad un utilizzo degli aiuti allo sviluppo per favorire azioni che producano benefici per la biodiversità.
6. L’inclusione di nature-based solutions e di approcci ecosistemici
La natura è la risposta a molte delle sfide che l’umanità deve affrontare: in campo sanitario, per la riduzione della povertà, per conseguire gli obiettivi climatici ed economici. Il Quadro Globale per la Biodiversità deve rendere evidente il valore che le Nature-based solutions offrono nell’affrontare queste sfide e come un approccio ecosistemico, equo e basato sui diritti umani possa portare a condizioni di benessere e sviluppo economico sostenibile.
Tutto questo attraverso approcci che si basino sui diritti umani e sull’inclusione della società.
Approcci basati sui diritti umani e sull’inclusione della società devono essere inclusi in tutto il Quadro Globale, compreso il diritto ad un ambiente sano, pulito e sostenibile per assicurare il rispetto dei diritti umani e la piena, effettiva ed equa partecipazione delle popolazioni indigene e delle comunità locali, di donne e bambine, dei giovani e delle persone in situazioni vulnerabili.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-12-07 13:34:50 ,
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Il post dal titolo: Cop15, le raccomandazioni del WWF per salvare la biodiversità scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-12-07 13:34:50 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue