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Prime Lombardia, Veneto e Campania.Montagnoli,intervenga Governo
(ANSA) – MILANO, 05 GEN – I decessi sul lavoro nel 2022 sono
stati complessivamente almeno 1.484 (1.404 nel 2021 calcolati
con gli stessi parametri) equivalenti a 28 a settimana e 4 al
giorno di media: è il dato che emerge, “per difetto”, in una
elaborazione del Centro Studi della Cub in base a dati Inail e
Osservatorio nazionale decessi sul lavoro sia di Bologna che di
Mestre. I deceduti direttamente sul luogo di lavoro sono 665,
mentre sono 819 quelli che hanno perso la vita in viaggio
(dovuto alla professione, per esempio gli autotrasportatori) o
andando o tornando dal luogo di impiego.
Le categorie maggiormente falcidiate sono l’agricoltura,
l’autotrasporto e l’edilizia che superano insieme la metà degli
infortuni mortali. Il dato sugli stranieri decessi – 95 – è
equivalente a quasi il 6,6% del totale: fra loro “molti
lavoravano in maniera irregolare o in nero”.
Maglia nera è la Lombardia (225 decessi), seguita da Veneto
(135), Campania (125), Emilia-Romagna (112), Piemonte (110),
Lazio (110), Sicilia (102), Marche (71), Toscana (71), Calabria
(69), Trentino Alto Adige (65), Puglia (64), Sardegna (55),
Abruzzo (48), Umbria (34), Liguria (31), Friuli Venezia Giulia
(22), Basilicata (21) e, infine Valle d’Aosta (7) e Molise (7).
“E’ una vera e propria emergenza nazionale che deve essere
affrontata dal Governo – sottolinea il segretario nazionale
della Cub, Walter Montagnoli – dovuta, tra l’altro, alla diffusa
precarietà, alla forte carenza di controlli, ai subappalti e ai
processi produttivi che hanno il profitto come unico parametro.
Questa strage quotidiana richiede l’introduzione del reato di
‘omicidio sul lavoro’ per provare ad arginare un fenomeno non
degno di un Paese civile”. (ANSA).
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2023-01-05 10:59:34 ,