Rimane agli arresti domiciliari Silvia Panzeri, la figlia di Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato in cella a Bruxelles nell’ambito del Qatargate. La Corte d’Appello di Brescia ha rigettato la richiesta avanzata dai difensori, Angelo De Riso e Nicola Colli, di rimettere in libertà la loro assistita o di concederle l’obbligo di firma, in quanto ha necessità di esercitare la sua professione di avvocata “che comporta una serie di responsabilità nei confronti dei suoi assistiti”.
I giudici hanno ritenuto che la misura dei domiciliari disposta dai loro colleghi in esecuzione del mandato di arresto europeo sia corretta in attesa della decisione, prevista in tempi ravvicinati, sulla consegna chiesta dal Belgio. L’udienza è sillata al 16 gennaio. Il motivo: da Bruxelles non è stata inviata al ministero di Giustizia italiano la documentazione sullo stato delle carceri in Belgio chiesta proprio dalla difesa nella scorsa udienza del 30 dicembre.
La difesa di Silvia Panzeri: “I 200mila sequestrati compensi della sua professione”
Sempre con il lavoro di avvocata, i legali di Silvia Panzeri ‘spiegano’ anche la provenienza dei 200mila euro ‘congelati’ su richiesta della magistratura belga sul conto corrente della figlia dell’ex eurodeputato: sarebbero “compensi, frutto della sua attività professionale” essendo iscritta all’albo degli avvocati di Milano da sette anni e avendo sempre lavorato come civilista. Per questo De Riso e Colli hanno impugnato il sequestro disposto dal gip di Bergamo. I due legali ritengono che nel provvedimento ci siano “vizi” e ne discuteranno, senza però entrare nel merito della vicenda, davanti al Tribunale del Riesame bergamasco il 9 gennaio.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-01-07 19:16:42 ,milano.repubblica.it