Unire le valli dolomitiche con impianti sciistici per svuotare le strade dal traffico in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. È una delle idee illustrate dal governatore del Veneto, Luca Zaia che nel Piano Regionale di Ripresa e Resilienza ha inserito opere per 639 milioni di euro legate ai Giochi. Uno di questi progetti riguarda un possibile collegamento sciistico tra Cortina e Arabba ai piedi del Passo Pordoi che allarma la comunità locale del paese di Livinallongo, in prima fila contro il Piano conosciuto come il “Grande Carosello”.
Le ragioni di questa resistenza sono molteplici e non solo di tutela ambientale del proprio territorio. Qui c’è il Col di Lana. “In vetta qui al Col di Lana in ricordo di 8 mila uomini, italiani e austriaci, che persero la vita durante la Grande Guerra c’è un santuario a cielo aperto. Lo abbiamo costruito con i fondi europei e il sentiero parte proprio da Livanallongo. Ora in questo luogo considerato sacro, dove c’era la linea del fronte, vogliono far passare piste, alzare piloni, costruire rifugi, nuove stazioni a monte e a valle? Non se ne parla”.
Il comitato del no
Leandro Grosner è il sindaco di questo paese veneto, in provincia di Belluno. Piccolo, ma molto determinato, Livanallongo. Qui praticamente quasi tutti i 1.384 abitanti hanno aderito ad un comitato per bocciare un progetto per la creazione di nuovi impianti di risalita sul loro territorio. Un piano da 40-45 milioni di euro che fa parte dell’offerta olimpica 2026 nel capitolo “Dolomiti no car”. Ma qui a Livanallongo Col di Lana non c’è nessun spopolamento della montagna. Anzi, è il contrario.
Proprio grazie allo sci la disoccupazione è pari a zero. Qui gli sport invernali rappresentano la vita economica e sociale di quest’area – spiega ancora il sindaco – la nostra valle ha fatto la sua fortuna con lo sci, confiniamo con Cortina, Canazei, Corvara e San Cassiano. E dall’altra parte abbiamo la Marmolada. Perché allora ci opponiamo al progetto? Non vediamo il bisogno di riempire un’altra valle con un’altra funivia piuttosto pensiamo a soluzioni meno impattanti. E poi nessuno fino adesso aveva mai toccato la cima del Col di Lana, un luogo di alto valore paesaggistico e storico”.
Quella di creare gli hub di collegamento tra una skiarea e l’altra è una tendenza ormai di moda un po’ ovunque, non solo in Italia. Cavalca il desiderio degli sciatori soprattutto i più esperti di non percorrere durante la giornata la stessa pista, ma di fare un percorso con gli sci ad anello. Meglio se si parte con gli sci ai piedi già fuori dell’albergo. Così si vedono in montagna, sempre più spesso, sciatori trainati da cavalli, trasportati da una seggiovia all’altra da tapis roulant sulla neve, tunnel trasparenti di raccordo da una pista all’altra.
Tutto nasce dal fatto che a Cortina, nonostante ci siano piste magnifiche, si scia su comprensori non collegati. Per questo si cerca il collegamento con i nostri hub, verso Arabba per sciare sulla Marmolada o in Val Badia”, spiega ancora il sindaco di Livanallongo.
Secondo il piano, chi partirà da Cortina con gli sci ai piedi dopo aver raggiunto il passo Falzarego, potrebbe salire su un impianto senza pista che arriverebbe prima al comprensorio di Passo Campolongo poi in Alta Badia e qui significa sciare a Corvara, Colfosco, La Villa, San Cassiano. Insomma, il paradiso dello sci.
C’è pero un problema: bisogna passare per il Col di Lana. Dal punto di vista di chi scia questo punto non vale molto, perché si tratta di un terreno acquitrinoso, un percorso di saliscendi, ma di grande prestigio paesaggistico e storico”, ribatte il sindaco Grosner. Ma Zaia dice che gli sciatori verrebbero a vedere le Olimpiadi con gli sci ai piedi invece che con l’auto? “Nessuno verrà da San Cassiano o da Corvara utilizzando solo gli impianti di risalita per vedere le gare. Troppo faticoso, ci sono dislivelli da percorrere a piedi tra un pianto e l’altro e con un costo ambientale ed economico da sostenere illogico. Sa cosa succederà? Verranno con i bus organizzati dai fan club”.
Le alternative
Troviamo un’alternativa per arrivare in Val Badia, dicono gli abitanti di Livanallongo che hanno proposto un nuovo tracciato, che secondo loro sarebbe meno impattante: sempre partendo dal Passo Falzarego (dunque da Cortina) il tracciato potrebbe seguire verso Agordo e la Valparola. “Da lì creando un solo impianto sarebbe possibile mettere in comunicazione Cortina con la Val Badia, senza passare per il Col di Lana”. Zaia accetterà il suggerimento?
Sempre il sindaco Grosner invita comunque alla prudenza. “Soprattutto confrontandoci con i problemi dovuto al cambiamento climatico ci domandiamo tutti se abbia senso costruire ancora nuovi impianti. – racconta – Anche noi che abbiamo voluto destinare la vita della nostra comunità allo sport invernale vogliamo non spingerci oltre un certo limite. Certo si può migliorare l’esistente, trasformare gli impianti di risaliti e farli sostenibili ed efficienti, pensiamo alle rinnovabili, a sotterrare i binari dove è possibile, ma sono i numeri a suggerirci di lavorare con molto prudenza”. Un esempio. “Qui siamo a 1.600 metri di altezza e per la prima volta da decenni, abbiamo visto la nubifragio, non la neve, cadere per diversi giorni di seguito. La nubifragio d’inverno da noi è un’anomalia. Ora speriamo nelle nevicate”.
Source link
[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2023-01-18 07:02:31 ,
www.repubblica.it
[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2023-01-18 07:02:31 ,
Il post dal titolo: Livinallongo, il paese che non vuole la skiarea Cortina-Arabba scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2023-01-18 07:02:31 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue