Castelvetrano, ottobre 1991. Il capo dei capi, Totò Riina, ha fatto sapere al suo pupillo, Matteo Messina Denaro, che è necessario convocare una riunione al più presto. Il giovane padrino, all’epoca ventinovenne, non se lo fa ripetere. Qualche giorno dopo, in una bella villa del suo paese natale, fa gli onori di dimora e dispensa abbracci.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-01-20 06:44:33 ,palermo.repubblica.it