Author: Marzio Breda
Data : 2023-01-24 20:21:34
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il presidente della Repubblica al Csm: fase complessa. Mercoled il voto per il vicepresidente
ROMA — Voltiamo pagina, inteso sia all’indicativo (come pura constatazione, perch sta accadendo) sia all’imperativo (come ammonimento per il futuro).
Ha questo doppio livello di lettura il messaggio di Mattarella durante il passaggio di consegne al Csm.
Si cambia e si deve cambiare, insomma, dopo una stagione di veleni che hanno ferito l’organo di autogoverno delle toghe cui spetta il compito di assicurare l’indipendenza della magistratura, pilastro della nostra democrazia e sancita dalla Costituzione.
Tira un sospiro di sollievo, il capo dello Stato. Non dimentica i gravi episodi emersi dallo scandalo Palamara e dal cosiddetto mercato delle carriere, con profonde tensioni culminate nel pressing politico perch sfrattasse gli inquilini di palazzo dei Marescialli.
Non l’ha sciolto, quel consiglio sopravvissuto e ora uscente, perch non ne ricorrevano le condizioni imposte dalla legge. Ossia, un blocco di funzionalit, evitato grazie all’innesto di sei nuovi membri al posto degli altrettanti componenti forzatamente dimissionari.
Da mercoled mattina il Csm riparte da zero e il saluto di Sergio Mattarella — che lo guida — suona come un memorandum. Per evitare che si riproducano i veleni correntizi insieme all’eterno scontro tra politica e giustizia.
Sarebbe imperdonabile, tanto pi mentre il ministro Guardasigilli, Nordio, ipotizza riforme ancora indefinite ma gi al centro di polemiche.
Scontato, in questa fase, che il presidente non ipotechi con censure preventive il lavoro del governo da poco insediato, al quale ribadisce tuttavia alcuni principi-base. Interpretabili, per la nettezza con cui li enuncia, come limiti invalicabili. Pena una lesione dell’autonomia della giurisdizione.
Ringrazia il parlamentino delle toghe in uscita, e in primis il suo vice David Ermini (che sar sostituito oggi), per aver assicurato in questa consiliatura complessa il corretto funzionamento degli uffici giudiziari, anche durante l’emergenza della pandemia. Poi, per arginare le critiche pi ricorrenti, ricorda che la magistratura ha nei valori costituzionali, nel suo ambito e storia, le risorse per affrontare le difficolt e assicurare — con autorevolezza e credibilit — il rispetto della legalit indispensabile per la vita e la crescita civile della societ e del Paese. Affermazioni alle quali l’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, frutto dell’azione congiunta di Pm e carabinieri, offrono un sigillo forte.
Non basta. Pure il Csm sar messo alla prova. Attraverso l’esercizio trasparente ed efficiente della propria azione, deve garantire l’autonomia e l’indipendenza della giurisdizione, e assicurare agli uffici giudiziari il miglior livello di professionalit dei magistrati, che svolgono con impegno e dedizione la loro attivit anche in condizioni ambientali complesse e talvolta insidiose.
E qui scatta l’appello a cercare il dialogo attraverso corretti rapporti istituzionali e a evitare il conflitto. Un richiamo cui Ermini si associa.
La magistratura non un potere malato o politicizzato, dice con uno scatto d’orgoglio. Ma ammettendo, subito dopo, che necessario fare ammenda dei propri errori, rinsaldando il rapporto di fiducia con i cittadini all’esito di una riflessione critica sulla responsabilit sociale del ruolo e della dignit della funzione di giustizia. Che funzione da declinare non come potere ma piuttosto come servizio.
24 gennaio 2023 (modifica il 24 gennaio 2023 | 21:17)
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