Diciassette trasfusioni di sangue per salvarle la vita. Alice Campello, moglie dell’ex giocatore della Juventus Alvaro Morata, ripercorre i momenti drammatici durante il parto del mese scorso. “Il ricovero è stato un incubo. Mi hanno intubata per ore e quando mi sono svegliata ho capito tutto”, racconta a Verissimo. “I medici sono riusciti a fermare l’emorragia dopo ore. C’era la paura che continuasse, in quel caso mi avrebbero tolto l’utero, altrimenti sarei morta”.
Alice ricorda com emozione quel giorno: “Il parto è andato molto bene. Un cesareo, il più bello dei quattro parti che ho fatto. Il problema è arrivato dopo, ad un certo punto ho iniziato a sentirmi male. Ho sollevato la coperta e ho visto una emorragia enorme. I medici con il passare del tempo non sapevano più che fare, e io mi preoccupavo per Alvaro. Sta male quando sto male io, e quando l’ho visto sbiancare e sono svenuta”.
Alice racconta dei pensieri rivolti alla sua famiglia: “È stato difficile. Avevo detto ai bambini che avrebbero conosciuto la bambina, ma non mi vedevano tornare. Nessuno gli ha spiegato ma avevano capito. Uno di loro dormiva con la mia foto. Oggi vedo ogni cosa in modo diverso, Alvaro è arrivato a pensare a come sarebbe stata la vita senza di me. Oggi i bimbi mi portano fiori in continuazione, mi chiedono ogni tre secondi se sto bene. È incredibile la sensibilità dei bambini”.