Author: Andrea Muratore
Data : 2023-01-29 10:00:03
Dominio: www.true-news.it
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Perché leggere questo articolo: Perché la libertà di culto, specie quella dei cristiani, è il diritto umano più minacciato al mondo. E la persecuzione dei cristiani riguarda un ventesimo dell’umanità. Chiunque si interessi di diritti umani e libertà non può trascurare questa sfida.
La Grande Persecuzione dei cristiani nel mondo non accenna a fermarsi. Spesso nel silenzio dell’Occidente, infatti, e con buona pace di un politicamente corretto che spesso vede il cristianesimo come fonte di oppressione, i cristiani sono la comunità religiosa che più ha difficoltà a praticare la libertà di culto.
I cristiani perseguitati? Sono un ventesimo dell’umanità
Il più recente report di Aiuto alla Chiesa che Soffre sottolinea che 360 milioni di persone nel mondo, un essere umano ogni 22 viventi sul pianeta, sono cristiani che vivono in Paesi ove la loro stessa fede li pone a rischio.
Acs ha pubblicato a novembre il suo ultimo rapporto, che parla della Grande Persecuzione che si espande dal Sahel alla Cina, dalla Corea del Nord al Golfo, passando per varie zone di India e Pakistan. Da chi è represso nel culto a chi subisce i danni del nazionalismo religioso, il problema è eterogeneo. Ma in continua espansione.
Monteduro (Acs) lancia l’allarme Africa
“ll problema è diffuso”, nota parlando con True Alessandro Monteduro, direttore della sezione italiana della Fondazione di diritto pontificio che lotta per i diritti dei cristiani perseguitati. “C’è un dato di fatto tuttavia particolarmente inquietante”, aggiunge. “Delle 26 nazioni in cui è attiva la persecuzione ai danni delle minoranze religiose, 12 sono Paesi africani”, sottolinea Monteduro. Spesso Paesi in cui fino a pochi anni fa la Grande Persecuzione non era ancora penetrata.
Monteduro sottolinea che le reti jihadiste transnazionali si diffondono lungo l’Equatore e aspirano ad essere califfati transcontinentali. Il sedicente Stato Islamico e Al-Qaeda, con il patrocinio ideologico ed economico di parte del Medio Oriente, stanno stabilendo province del califfato” lungo l’Equatore, affiliandosi alle milizie armate locali e radicalizzandole”. Si sta creando “una fascia di violenza jihadista che si estende dal Mali al Mozambico” passando per Burkina Faso, Repubblica Centrafricana e Congo.
Formazione e finanziamenti, come lavora Acs per i cristiani
Oggi, nota Monteduro, “l’intera area del Sahel è ragione di serissima preoccupazione per la cittadinanza e per le comunità cristiane in modo particolare”. Ma, Africa a parte, non sono da sottovalutare anche Stati come il Myanmar, il Nepal, il Pakistan e alcune zone dell’India. Tutte aree di mondo in cui la posizione dei cristiani è precaria. Acs, sottolinea Monteduro, ” sostiene e protegge i fedeli cristiani ovunque siano perseguitati, oppressi o nel bisogno. Lo facciamo attraverso la preghiera, l’informazione e l’azione”.
Per “azione”, in particolare, “si intende un insieme di progetti, in particolare la formazione di sacerdoti, religiosi e religiose; gli aiuti per il sostentamento di religiosi e religiose; la formazione alla fede dei laici; la concessione di aiuti di emergenza in situazioni di guerra, fuga dai conflitti, violenza e catastrofi naturali; la costruzione e ricostruzione di chiese e infrastrutture per il culto; la concessione di mezzi di trasporto per il servizio pastorale e la distribuzione di Bibbie e libri religiosi; il sostegno ai media per la diffusione della fede. Ogni anno, grazie alla generosità di quasi 400.000 benefattori nel mondo, finanziamo oltre 5000 progetti”.
L’importanza della libertà di culto
L’obiettivo, chiaro e limpido, è garantire il pluralismo e il diritto di culto che aiuta a rendere coese le società bersaglio delle persecuzioni. In cui l’intolleranza religiosa nasce dalla volontà di potentati politici, militari o insurrezionali di spaccare la società su faglie di culto e etnia.
Come successo durante le insorgenze mediorientali, l’attacco ai cristiani serve a distruggere i corpi sociali dove le minoranze dei fedeli di Cristo garantisce pluralismo e eterogeneità. Oltre a essere particolarmente radicata in quelle classi medie para-borghesi al cui annientamento hanno mirato jihadisti e repressori di ogni sorta.
Libertà di culto significa stabilità politica
La libertà di culto è funzionale, tra le altre cose, alla stabilità politica e sociale dei Paesi più fragili. E Monteduro ricorda quanto sia fondamentale promuoverla: “il 28 maggio 2019, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava una risoluzione che istituiva il 22 agosto come Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sul credo religioso”, nota.
Oltre ad essere un importante promemoria questa risoluzione “racchiude un messaggio ben chiaro e rappresenta un mandato ad agire affinché gli atti di violenza in odio alla Fede vengano severamente condannati dalle Nazioni Unite, dagli Stati membri e dalla società civile”.
Monteduro elogia l’Italia sui cristiani perseguitati
L’Italia, sottolinea Monteduro, “in questi ultimi anni ha dato segnali di solidarietà concreta. Dapprima con l’istituzione del Fondo per le comunità cristiane perseguitate in Medio Oriente e successivamente con l’istituzione della figura dell’Inviato speciale per la libertà religiosa”, oggi l’ambasciatore Andrea Benzo.
Dal governo Meloni l’attesa è di una costante continuità col recente passato: “Il Ministro Tajani, che già da Presidente del Parlamento europeo dimostrò una spiccata sensibilità riguardo la sofferenza delle minoranze cristiane , e il Presidente Meloni che, ripetutamente, ha testimoniato la vicinanza, nelle prossime settimane potrebbero adottare iniziative nuove nella prospettiva innanzitutto di rinforzare lo strumento della denuncia”.
Le prossime mosse di Roma
Il che non è poco, “considerato il sostanziale disinteresse di gran parte dei media”. Tajani, effettivamente, nella recente visita in Egitto ha incontrato la comunità copta. Mentre Meloni in Iraq ha avuto un faccia a faccia col patriarca Louis Raphaël I Sako patriarca cattolico iracheno di Baghdad dei Caldei. Va sottolineato che fino a poche settimane fa, del resto, il presidente di Acs Italia era Alfredo Mantovano, cattolico devoto oggi chiamato da Meloni come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
In quest’ottica un’effettiva osservanza della giornata internazionale e un ampliamento del Fondo per i cristiani perseguitati possono essere delle mosse a cui le forze presenti in Parlamento possono lavorare. Mentre il governo, nella sua grande strategia per l’Africa, centrale nella visione di Giorgia Meloni, può indicare nella libertà religiosa e nella tutela dei cristiani una precondizione per trattare con gli Stati dell’area.
Guzzo (Timone): “preoccupa Cina che mette al bando Cristo”
Sul fronte del ruolo dei media Giuliano Guzzo, caporedattore della rivista Il Timone, nota conversando con True News che “i media possono fare molto per raccontare le persecuzioni anticristiane nel mondo, ma non sono sicuro che siano così intenzionate a farlo. In primo luogo, perché larga parte dei giornalisti in Occidente è di sensibilità politica liberal e progressista – quindi considera altre discriminazioni, per esempio quella a danno della minoranza Lgbt o delle persone di colore, come prioritarie -, e poi perché è tutto da vedere che la cosa interessi al pubblico”.
Del resto, i dati “ci dicono che oggi, nel mondo, un cristiano su sette nel mondo viene perseguitato per la sua fede. Personalmente, trovo molto inquietante, su tutti, lo scenario della Cina, che non solo perseguita i cristiani, anche se non solo i cristiani, ma ha instaurato un micidiale controllo simil-orwelliano sulla cittadinanza. Basti pensare che la scorsa estate è emersa una notizia sconvolgente: la messa al bando dagli smartphone della parola Cristo”, ma spesso non può essere sufficiente diffondere queste notizie per fare breccia.
Guzzo: “Doppia morale dell’Occidente, colpa del pregiudizio anticattolico”
“Se i video dei Ferragnez fanno tanti click e donne e bambini cristiani massacrati no, i giornali scelgono i primi”, nota Guzzo. Una spiegazione che dice solo una parte della realtà, ovviamente, perché “la vera ragione di questa enorme censura è soprattutto un’altra, molto più profonda”. E ha a che vedere con la doppia morale dell’Occidente sul cristianesimo, causa di silenzi imbarazzanti.
“Sicuramente”, chiosa Guzzo, “un silenzio occidentale c’è stato e ci sarà. In parte perché tanti Paesi che discriminano o perseguitano in cristiani, dal mondo arabo alla già citata Cina, sono in fin dei conti eccellenti partners commerciali per l’Occidente; e poi perché – come già detto – il sistema mediatico dominante è il primo ad essere attraversato da quello che studiosi come Philip Jenkins hanno definito come nuovo pregiudizio accettabile” in un mondo “che pure contro i pregiudizi si spende: vale a dire l’anticattolicesimo. Quali le azioni necessarie per rispondere alla persecuzione? Sarebbe già molto parlarne, facendolo di più di quanto non si faccia ora”. Perché un Occidente che dimentica i suoi fratelli nello spirito è destinato a morire d’ignavia. E, privo di radicamento nel passato, ad aver difficoltà nel costruire il suo futuro.