Il mercato di gennaio, sessione da record per il calcio mondiale che ha di fatto messo fine all’onda lunga del Covid, ha nell’Europa, e nello specifico nella Premier League, il suo centro di gravità. Con l’Italia fanalino di coda. È quanto emerge dal report “International Tansfer Snapshot“, pubblicato dalla Fifa e che converte in numeri le sensazioni emerse nell’ultima finestra di mercato: il calcio italiano è in grave contrazione, quello inglese sempre più dominante. “Nel complesso, i dati della finestra appena chiusa indicano che il mercato dei trasferimenti è chiaramente in crescita” è l’incipit del report Fifa prima di partire a snocciolare i numeri: l’aumento di trasferimenti internazionali è stato del 14,4%, oltre a un incremento del 49,4% dell’importo speso i trasferimenti nel calcio professionistico maschile rispetto alla stessa finestra nel 2022. Un totale di 4.387 trasferimenti completati nel gennaio 2023, nuovo massimo storico: nella mole di dati sono compresi i campionati che considerano la finestra di gennaio un mercato di riparazione, come avviene in Europa, ma anche i paesi in cui quello appena concluso è il momento principale per la campagna trasferimenti, come avviene nell’emisfero australe.
Mercato di gennaio, sessione record
Paragonando la crescita del numero di trasferimenti con quello del volume di affari, si nota che l’entità degli affari sia notevolmente cresciuta. Si tratta quindi di trasferimenti record, come quelli di Enzo Fernandez e Mudryk al Chelsea, ma anche di affari minori come il passaggio di Traoré al Bournemouth per 30 milioni di euro dal Sassuolo. In totale, sono state concordate commissioni di trasferimento pari a 1,57 miliardi di dollari tra i club, con la maggior parte di questi soldi (89,7%) spesi da club europei. Ciò rappresenta un drastico aumento del 49,4% rispetto all’esborso totale di gennaio 2022 e supera persino il precedente record di 1,34 miliardi di dollari, fissato a gennaio 2018. Numeri che decretano l’inizio della ripresa post Covid, segnali di ripresa iniziati nel 2022 e diventati sempre più chiari dopo la chiusura del mercato. Ha inciso anche la programmazione del Mondiale in Qatar a novembre e dicembre, evento mai verificatosi nella storia del calcio e a cui è seguito il consueto valzer post manifestazione, mosso da interesse e dalle emozioni e reazioni del momento. Tra tutte le leghe mondiali, i club inglesi hanno dominato la scena con un esborso di 898,6 milioni di dollari, un aumento di oltre il 150% rispetto a gennaio 2022 e ha rappresentato un nuovo record, battendo l’esborso di poco più di 500 milioni di dollari, sempre della Premier League, che era stato fissato nel 2018. Il Brasile, tuttavia, ha completato il maggior numero di trasferimenti in entrata (301) e in uscita (280), complice la centralità della sessione invernale: non un mercato di riparazione ma di costruzione delle squadre.
L’Italia insegue gli altri campionati
Il trasferimento di Zaniolo al Galatasaray descrive al meglio il momento del calcio italiano. È stato un mercato affossato dai problemi economici e strutturali del nostro movimento, in cui anche campionati disastrati come quello ucraino sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nell panorama globale, seppur per la cessione di alcuni calciatori. Segnale che nonostante la guerra e le enormi difficoltà economiche, il parco giocatori in Ucraina è più attrattivo nei confronti di quello italiano. Sono stati 280 gli affari totali conclusi in Serie A, 76 in meno rispetto ai 356 del 2022. Considerando anche la cessione di Zaniolo, in tutta la Serie A sono stati spesi solo 31 milioni a fronte di 83 incassati: considerando il prezzo medio di 2,2 milioni, il nostro campionato è al 14° posto a livello mondiale per questo mercato di gennaio.
La ripresa dal Covid, la caccia ai parametri zero
Osservando i numeri, si nota l’impatto della pandemia sul mercato calcistico mondiale, analizzando naturalmente la sessione di gennaio. Nel 2020, quando il mondo era ancora inconsapevole di cosa lo stesse attendendo, i numeri erano in linea con quelli attuali: 3.647 milioni di dollari di volume di affari, 596 trasferimenti. Numeri crollati l’anno successivo, passati a 2.360 milioni e 401 trasferimenti, prima della parziale ripresa l’anno successivo più sul numero di trasferimenti (557) che sul volume d’affari (3.277 milioni di dollari). Curioso analizzare anche la tipologia di trasferimenti: dominano i trasferimenti per calciatori a fine contratto, che rappresentano il 62% degli affari, seguito dai prestiti (14,8%) e dai definitivi (13,1%), questi ultimi i più onerosi vista la necessità di corrispondere denaro alla società di provenienza. Il ritorno dai prestiti rappresenta invece il 10% del totale. Volume d’affari che coinvolge principalmente i calciatori della fascia d’età compresa tra i 18 e i 23 anni (326 trasferimenti per 1134 milioni, il 52,4% degli affari e i 72,4% del denaro circolato), seguito da quella 24-29 (246 trasferimenti per 368 milioni). Anche nel calcio professionistico femminile, il numero di trasferimenti nel mese di gennaio è aumentato ancora una volta (+30,2% rispetto a gennaio 2022) in un totale di 341 trasferimenti sono stati completati. Anche la spesa totale per le commissioni di trasferimento ha continuato a crescere in campo femminile di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2022, e ha raggiunto un totale di 774.300 dollari nel gennaio 2023, sottolineando l’impressionante crescita esponenziale del calcio femminile negli ultimi anni.