Sono partiti dalla Libia su un vecchio peschereccio, ma la tempesta li ha sorpresi in acque internazionali e adesso sono in balia delle onde. Da ore cinquecento naufraghi, arrivati adesso al largo delle coste maltesi, chiedono inutilmente aiuto. A raccogliere le loro richieste, l’ong Alarm phone che inutilmente da ore chiede un intervento di soccorso, contattando tutte le autorità competenti. Ma i mayday cadono nel vuoto. “Abbiamo ripetutamente contattato il centro di coordinamento e soccorso italiano, aggiornandolo sulla necessità di un intervento urgente. L’ultima volta ci hanno suggerito di rivolgerci al centro di Malta come autorità responsabile”.
In realtà, secondo le norme marittime internazionali, anche l’Italia in quelle zone è chiamata a intervenire. E più volte, anche nei giorni scorsi, la Guardia Costiera ha effettuato diversi salvataggi. “Chiediamo a tutte le autorità di essere all’altezza delle proprie responsabilità”, è l’appello di Alarm phone che sta tentando di mantenere i contatti con i naufraghi. Ma le comunicazioni, già complicate, sono rese quasi impossibili dal maltempo.
Il Mediterraneo è spazzato da vento forte, nella zona in cui si dovrebbe trovare il barcone, soffia a più di ventisette nodi e ci sono onde di diversi metri. “Le condizioni sono in peggioramento. Temiamo per le loro vite”, tuonano gli attivisti, che chiedono alle autorità marittime europee di “lanciare un’operazione di salvataggio subito”. Appelli che al momento cadono nel vuoto.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-04-03 20:19:37 ,palermo.repubblica.it