Mentre dal fondo per le space factory 9 milioni finanziano le famiglie di micro e mini satelliti Platino e Nimbus di Thales e Sitael e altrettanti al Cesi, sede a Milano, per la sua produzione di celle solari per lo spazio. Il gruppo è partecipato, tra gli altri, da Enel, Terna (il gestore della rete elettrica nazionale) e Prysmian, che realizza cavi. Altri 21,9 milioni saranno assegnati a Telespazio per realizzare nel centro di Matera dell’Asi una infrastruttura per la gestione del traffico in orbita, attraverso l’analisi e l’utilizzo di sensori ad hoc e il monitoraggio dei dati atmosferici, da connettere alla rete di osservatori europei.
Il progetto Iride
Spiega Di Clemente che “la realizzazione di questi asset sarà utile anche per sostenere Iride”, una costellazioni di satelliti che è uno dei progetti di osservazione della Terra più importanti a livello europeo. Iride si occuperà, tra le altre cose, a raccogliere dati per per contrastare il dissesto idrogeologico e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le infrastrutture critiche, la qualità dell’aria e le condizioni meteorologiche. La torinese Argotec, insieme a Officina Stellare e Rhea System, ha vinto un primo lotto di 10 satelliti da consegnare entro novembre 2024 con l’opzione negoziata per un secondo lotto di 15 satelliti entro novembre 2025. La tedesca Ohb, che ha vinto una gara con Optec, Telespazio e Aresys, entro le stesse date devono consegnare 12 satelliti con un’opzione per altri 12.
“L’attuale accordo ha un valore totale di 68 milioni di euro per 22 satelliti, di cui 10 realizzati da Argotec e 12 realizzati da Ohb Italia – spiegano da Asi -. Entro la fine del 2025, con l’affidamento opzionale del secondo lotto di satelliti, la combinazione delle due costellazioni consentirà la rivisitazione giornaliera di ogni località in Italia con una distanza di campionamento al suolo dell’ordine di 2 metri. Ciò rappresenterebbe un investimento di circa 126 milioni di euro”. Altri 26 milioni sono andati a D-Orbit, che fornirà un satellite Sar (radar ad apertura sintetica) e ne gestirà il segmento delle operazioni di volo. C’è un’opzione per un secondo modello Sar, del valore di 24 milioni di euro. Il sensore sarà realizzato da MetaSensing, un’azienda italiana specializzata in tecnologie radar avanzate. Il ministero delle Imprese e del made in Italy ha fatto sapere che sono coinvolte 47 aziende. Tra cui la pugliese Exprivia, che con Telespazio, Planetek Italia, Serco Italia e Aresys, gestirà la piattaforma che raccoglie i dati di oltre 30 satelliti ed elaborarli per lo studio dei fenomeni naturali climatici e del territorio. Valore: 25 milioni.
Al palo
Secondo Openpolis, fondazione che si occupa di diffondere open data sulla pubblica amministrazione, il capitolo spazio del Pnrr è in ritardo. La percentuale di completamento dovrebbe essere al 53%, mentre per la fondazione si trova al 12,5%. Devono ancora essere aggiudicate molte gare. Per ora, tra quelle bandite, è rimasto al palo solo l’appalto per lo Space debris laser ranging, ossia una stazione di osservazione che prevede l’uso di un laser innovativo per compiti di sorveglianza dei cieli, soprattutto per il contro dei rientri in atmosfera terrestre, di frammentazioni di oggetti spaziali e di collisioni in orbita.
Ad agosto viene bandita la gara. Si fa avanti solo E-Geos (80% Telespazio, 20% Asi) per i 9,9 milioni del bando della stessa Agenzia spaziale italiana, ma le viene contestato il ruolo da protagonista di quello che dovrebbe essere un fornitore, ossia la società Officina Stellare, e invece per la quota di risorse assegnata (il 44%) e per la tecnologia che offre, sembra più un sub appalto. Motivo per cui la gara viene annullata il 25 gennaio con l’esclusione di E-Geos.
A febbraio viene lanciata un’indagine di mercato per rilanciare il progetto. Dovrà chiudersi in tempi stretti, per non sforare il traguardo del Pnrr: 36 mesi dall’assegnazione dell’appalto e conclusione entro e non oltre il 30 giugno 2026. E-Geos comunque può consolarsi: ha ottenuto 2,9 milioni per realizzare un altro progetto a Matera per attività di downstream per facilitare l’accesso ai dati di osservazione della Terra e realizzare nuovi servizi di telecomunicazione satellitare e di navigazione per i droni.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-04-13 05:00:00 ,