Abbiamo finalmente una risposta all’annoso quesito “Che fine ha fatto il comunismo in Italia?”. È al cinema, o meglio nella commedia di formazione I pionieri di Luca Scivoletto. Il protagonista è il dodicenne Enrico a cui è facile affezionarsi: se emanciparsi dalla famiglia di origine è sempre un bel problema per tutti, per lui lo è ancora di più, essendo stato cresciuto a pane e comunismo. Conosce a menadito la storia di Gramsci, Togliatti e Berlinguer, quella del partito “della classe operaia, degli intellettuali, dei grandi registi e dei cantanti pallosi“, grazie a due genitori ossessionati dalla politica: Michele, comunista razionale e Luisa, comunista emozionale. Neanche a dirlo, deve il suo nome a Enrico Berlinguer, che è anche il suo amico immaginario. Lo vede ovunque, gli parla sempre, non se ne riesce a liberare.
Il principio della diversità morale secondo cui è stato cresciuto in un paesino della Sicilia degli anni ’90 inizia a stargli stretto: vietato comprare roba di marca, vietato vedere i cartoni animati (“specie sulle reti di Berlusconi”), vietati gli scout cattolici e i circoli sportivi della borghesia cittadina, vietati i voti bassi e parlare in dialetto. Insomma, “vietato essere come gli altri”, ma alla fine della prima media Enrico desidera esattamente essere come tutti gli altri.
Leggi tutto su www.wired.it
di Claudia Catalli www.wired.it 2023-04-14 14:00:00 ,