“Mio fratello era una brava persona, andava a lavorare e tornava a dimora, avevamo festeggiato la fine del Ramadan insieme qualche giorno fa e stava benissimo, non era affatto in cura per problemi psichici”. Non si da pace Madiha, la sorella di Soufiane Boubagura, il marocchino ucciso lunedì pomeriggio in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine a Fara Vicentino dopo aver scaricato un intero caricatore contro di loro al grido “Allah Akbar”. Non di certo un atto di terrorismo piuttosto l’azione di uno squilibrato visto che Boubagura ha utilizzato la pistola sottratta ad un carabinierie che lo aveva fermato.
Gli investigatori intanto hanno posto sotto sequestro le armi che hanno sparato, le due dei carabinieri, quella usata dallo straniero dopo essere stata sottratta a uno dei militari, e quella che ha sparato i colpi che hanno ucciso il marocchino. A queste si aggiunge quella dell’agente della polizia locale ferito per capire se anche pure quest’ultima abbia sparato.
Alex Frusti, 41 anni, questo il suo nome, è ancora ricoverato in prognosi riservata ma non è in pericolo di vita. “La situazione era molto critica”, dicono i sanitari, “un polmone collassato e il paziente aveva un importante sanguinamento. Ora è vigile e non intubato e rimane ricoverato nel reparto di rianimazione”.
Oggi verrà eseguita l’autopsia sul corpo del 28enne Soufiane Boubagura. Gli investigatori stanno cercando di capire alcuni dettagli ancora non chiari sulla vicenda e capire soprattutto da chi era ospitato Boubagura che formalmente risiedeva a Scafati, in provincia di Salerno. Sembra che da qualche tempo lavorasse come manovale in una ditta del Vicentino.
Nel frattempo la Procura di Vicenza come atto dovuto ha indagato il vice brigadiere dei carabinieri che ha sparato al marocchino con l’accusa di omicidio colposo nell’uso legittimo delle armi. Resta un mistero sul perchè Boubagura lunedì pomeriggio abbia aperto il fuoco contro i quattro esponenti delle forze dlel’ordine, due carabinieri e due vigili urbani, che lo hanno fermato dopo che alcuni passanti avevano segnalato il marocchino che correva scalzo, con indosso una tunica, in stato di evidente alterazione.
Quando le forze dell’ordine hanno cercato di fermarlo, Boubagura si è inginocchiato, ha urlato “Allah Akbar” e poi è risucito a sottrarre la pistola ad uno dei carabiniei scaricando l’intero caricatore ad altezza d’uomo.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-04-26 09:25:59 ,www.repubblica.it