Il governo è al lavoro per tagliare alcune microtasse, a cominciare dal superbollo. Ossia tributi che hanno sulle tasche dei contribuenti un peso ben maggiore rispetto al beneficio che generano per le casse pubbliche. Per farlo, l’esecutivo è intenzionato, come riporta Il Sole 24 Ore, a passare per lo strumento della delega fiscale, dandosi un orizzonte di ventiquattro mesi per attuarlo pienamente.
In particolare, come ha annunciato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, la prima microtassa a saltare dovrebbe essere il superbollo, per “dare ossigeno al mercato, sostenere nei fatti un settore pregiato come l’automotive che coinvolge, in modo diretto e indiretto, milioni di famiglie”.
Cos’è il superbollo
Introdotto nel 2011 dal governo presieduto da Mario Monti, il tributo prevede il pagamento di 10 euro al chilowatt per ogni chilowatt eccedente quota 185, pari a 251,56 cavalli. Si tratta di una potenza oggi raggiunta anche da alcune automobili compatte e da sempre superate di gran lunga da berline medie, suv e veicoli più potenti.
Essendo applicabile solo ai motori termici e non alla parte elettrica, molte auto ibride non rientrano però tra quelle per cui è necessario pagare il superbollo: si pensi, per esempio, alle auto che raggiungono 360 cavalli (263 chilowatt) perché dotate di un motore a benzina che arriva a 200 cavalli (183.85 chilowatt) e di motori elettrici che arrivano a 160 cavalli (117.66 chilowatt).
Dal superbollo lo Stato incassa poco più di 100 milioni di euro all’anno. Una cifra facilmente recuperabile in qualche altro modo, senza pesare più sul settore dell’automotive. E la sua probabile eliminazione è stata immediatamente avallata dall’Aci. “Finalmente, dopo ben 11 anni – ha affermato il presidente Angelo Sticchi Damiani – si mette mano a una tassa tanto iniqua quanto inutile”.
Le altre microtasse
Come riporta Fanpage, il superbollo sarebbe però solo la prima microtassa messa nel mirino dal governo. Le prossime dovrebbero essere quella sui biliardini, ovvero l’imposta sui giochi che non prevedono vincite in denaro, come per esempio freccette e flipper, quella sulla laurea e sugli esami dell’università. Secondo un calcolo del direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, eliminando questi microtributi il Fisco perderebbe 152 milioni di euro da undici tasse erariali, 91 milioni da sette imposte regionali e 10 milioni da tre imposte comunali.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2023-05-12 15:54:35 ,