Il referendum, pur non essendo legalmente vincolante, ha sancito una chiara volontà politica della cittadinanza e dato all’amministrazione la possibilità di aprire nuove negoziazioni con i proprietari.
Il Portogallo contro il caro affitti: l’affitto forzato
In base all’ultimo censimento effettuato dell’Istituto nazionale di statistica portoghese (Ine), quasi 400mila abitazioni risultano sfitte senza alcun motivo, mentre i prezzi degli affitti sono saliti di circa il 10% su base annua dal 2015, con picchi del 37% solo nel 2022 per una città turistica come Lisbona.
Dietro l’impennata dei prezzi, ancora una volta, si trova il proliferare incontrollato degli affitti turistici brevi sul modello Airbnb, che hanno reso più conveniente per i proprietari cedere le proprie abitazioni a cifre molto alte ai turisti stranieri, invece che assicurare locazioni di lungo periodo ai residenti.
Una situazione che ha innescato una stagione di sfratti senza precedenti, con i locatari che rifiutano di rinnovare i contratti per poterli mettere sul mercato turistico. Per questo, il governo socialista del primo ministro Antonio Costa ha approvato, il 30 marzo 2023, una misura mai vista prima: l’affitto forzato.
In base al nuovo provvedimento, tutti gli immobili sfitti da almeno due anni verranno presi in carico dallo Stato, previo pagamento del canone minimo mensile, e rimessi sul mercato a prezzi vantaggiosi e fissi per chiunque ne abbia bisogno. Una soluzione di compromesso tra l’esproprio e l’incentivo statale.
Così, il governo si assicura che i proprietari e le grandi compagnie immobiliari evitino di far lievitare artificialmente i prezzi, tenendo le abitazioni fuori dal mercato, riuscendo in questo modo ad alleggerire la crisi abitativa, anche attraverso il divieto di concedere nuove licenze per gli affitti brevi sul modello Airbnb.
E dato che la misura punta unicamente a contrastare le speculazioni, non verranno sottoposte ad affitto forzato le case vacanza, quelle di persone emigrate o lontane per motivi di salute, professionali o di formazione. “Non si tratta di un esproprio – ha detto Costa in una dichiarazione riportata dal The Portugal News – ma di una misura fondamentale per evitare che alle persone sia escluso l’accesso a un bene necessario, rimettendolo sul mercato con un prezzo accessibile”.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-05-12 10:07:59 ,