MILANO – Un ronzio. Da un ago esce un filamento di gelatina. “Pochi secondi, e questa stampante 3D crea un modello di linfonodo di 5 millimetri. Vi aggiungiamo cellule di leucemia, poi farmaci”. In laboratorio diventa così possibile mimare la battaglia dell’organismo umano contro un tumore. Cristina Scielzo, responsabile dell’unità di ricerca su leucemie e modelli 3D al San Raffaele di Milano, stima: “Quando la tecnica sarà a punto, studieremo l’efficacia dei nuovi farmaci sul nostro organo stampato, probabilmente dimezzando le cavie necessarie”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-05-23 19:11:52 ,www.repubblica.it