Chang’e 4 è allunata a inizio 2019 nel cratere von Karman, vicino al polo sud, e Yutu 2 ha iniziato l’esplorazione della zona, uno dei crateri più profondi e, quindi, più interessanti della Luna. Poi, nel dicembre del 2020, la missione Chang’e 5 è tornata fra le lande seleniche, ha prelevato un paio di chili di materiale ed è rientrata. Sono stati i primi campioni lunari portati sulla Terra dalla fine del programma Apollo, nel dicembre del 1972, e delle missioni automatiche sovietiche del programma Luna (agosto 1976).
Andrebbe evidenziato che la Cina è l’unica potenza spaziale a essere riuscita ad allunare al primo tentativo e che il Paese è, a tutt’oggi, l’unico ad avere uno strumento funzionante sulla superficie selenica. Non che altri non ci abbiano provato: i tentativi di allunaggio fatti da Israele, India e Giappone, dal 2019 a oggi, sono tutti falliti.
Considerata l’arrembante progressione del programma spaziale di Pechino e l’apertura, in queste ore, dell’esplorazione umana ai taikonauti civili, non dovrebbe sorprendere l’annuncio diffuso dalla China Manned Space Agency poche ore prima del decollo di Shenzou 16: la Cina invierà un equipaggio sulla Luna “prima del 2030”. Il passo successivo sarà la costruzione di una base permanente, annunciata entro il 2036, per operazioni automatizzate (cioè robotiche) in collaborazione con l’agenzia spaziale russa, la Roscomos.
Gli orizzonti spaziali del gigante asiatico non si fermano certo lì: nel luglio del 2020 è partita una ambiziosa missione marziana, Tianwen-1 (domande celesti), composta da un orbiter e da un lander completo di un piccolo rover, chiamato Zhurong (dio del fuoco). Anche in questo caso, ogni obbiettivo è stato centrato al primo colpo: l’inserzione in orbita, la complessa manovra di ammartaggio e poi la gestione di Zhurong, che ha peraltro scoperto tracce di sabbia solidificata dall’azione di acqua probabilmente presente nell’ultimo milione di anni.
Difficile non essere ammirati da un programma di così vasto respiro, che conferma come, per la Cina, lo spazio sia un tassello fondamentale per diventare la “potenza tecnologica numero uno entro il 2049”, data del centenario della Repubblica popolare.
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di Patrizia Caraveo ed Emilio Cozzi www.wired.it 2023-05-30 07:04:39 ,