Una storia davvero surreale, probabilmente il peggior incubo per ognuno di noi. Parliamo di morte apparente. La storia è quella di una donna in Ecuador: Bella Montoya,76 anni, che durante il suo funerale si è risvegliata all’improvviso nella bara, mentre i suoi cari erano pronti all’ultimo saluto. Ricoverata alcuni giorni prima per un sospetto ictus nell’ospedale Martin Icaza in Ecuador, come ha dichiarato il Ministero della salute, la donna, un’infermiera in pensione, “ha subito un arresto cardiorespiratorio senza rispondere alle manovre di rianimazione, a seguito delle quali il medico di turno ha confermato la sua morte”. Dopo la “miracolosa” vicenda, per cui un comitato tecnico sta indagando approfonditamente, la donna è stata portata nella terapia intensiva dello stesso ospedale, dove un paio di giorni fa (esattamente a una settimana di distanza dal risveglio) è deceduta, questa volta per davvero.
Un caso non isolato
Sebbene abbia lasciato molto stupore e incredulità, la storia della donna in Ecuador non è la prima di cui si parla. Ad esempio, solamente a marzo scorso, un’altra donna di 82 anni era stata dichiarata deceduta in una dimora di cura di New York, e poche ore dopo ritrovata viva dall’agenzia di pompe funebri. E ancora: sempre di recente, una paziente di 66 anni con demenza era stata dichiarata morta, e solo poco dopo sentita nuovamente respirare.
Si tratta di una serie di incidenti dovuti alla cosiddetta morte apparente, ovvero quando una persona sembra morta pur essendo ancora in vita. In particolare, si tratta di uno stato in cui si osserva la perdita di coscienza e della sensibilità, oltre all’assenza del battito cardiaco e di suoni respiratori per un periodo di tempo prolungato. “In questi casi non è stata prestata sufficiente attenzione ai segni reali di morte, come lividità, rigor mortis o putrefazione”, spiega un articolo pubblicato su Univadis. “Un falso certificato di morte può verificarsi se l’esame non viene effettuato con sufficiente attenzione – un esame sommario, magari distratto, e non si notano i soffi cardiaci e la respirazione debole”.
Ma come può succedere?
Ci sono, tuttavia, alcune circostanze in cui l’accertamento del decesso diventa effettivamente più complesso. Per esempio, quando si usano specifici farmaci come i sedativi. Questi, infatti, proteggono il cervello e sono utilizzati durante gli interventi chirurgici, soprattutto se la circolazione deve essere interrotta per un determinato lasso di tempo. Un sovra-dosaggio di questi farmaci, come il diazepam e l’alprazolam, può portare a una diminuzione della reattività e a sopprimere la respirazione e la circolazione, inducendo una falsa dichiarazione di decesso. “Questo può portare a uno stato simile alla morte, pur proteggendo il cervello dall’ipossia”, si legge nell’articolo. “Una volta che il farmaco è completamente svanito, le persone possono risvegliarsi”.
Ci sono anche casi di sopravvissuti in acqua dopo un periodo di tempo prolungato. L’immersione in acqua fredda, in particolare, può portare a un apparente decesso per la diminuzione della frequenza cardiaca. In medicina d’urgenza, tuttavia, la morte viene accertata dopo che la vittima di annegamento è stata riscaldata. Infine, anche lo svenimento può essere causa di morte apparente, poiché l’attivazione del nervo vago diminuisce la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna.
Un altro evento, rarissimo, che può verificarsi è la cosiddetta “sindrome di Lazzaro”, che consiste nella riattivazione spontanea della circolazione dopo l’arresto cardiaco, al termine della rianimazione cardiopolmonare e per cui le cause sono ancora oggi sconosciute. Va precisato, tuttavia, che la maggior parte dei casi di morte apparente, eventi molto rari, provengono da regioni al di fuori dell’Europa, forse a causa delle diverse procedure per la conferma medica di un decesso, oppure per la rinuncia a un esame medico per motivi di costo.
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di Marta Musso www.wired.it 2023-06-19 10:22:13 ,