Hunter Biden, il figlio del presidente Usa, ha raggiunto un accordo preliminare con i procuratori federali per dichiararsi colpevole di due reati minori di evasione fiscale e di uno legato al possesso di una pistola, in base a condizioni che gli eviterebbero il carcere: lo riferisce il Washington Post. L’accordo deve essere però approvato da un giudice federale e quindi non è ancora chiaro quando Hunter dovrà presentarsi in aula per dichiararsi colpevole.
Se confermato, l’accordo chiude l’inchiesta avviata nel 2018, durante l’amministrazione Trump, e che ha catalizzato per anni l’attenzione dei repubblicani che hanno accusato l’amministrazione Biden, che ha proseguito l’inchiesta, di avere un trattamento di favore per il figlio del presidente. Secondo quanto anticipato, l’accordo, negoziato dal procuratore del Delaware che era stato nominato ai tempi di Trump, prevede che Hunter si dichiarerà colpevole di due reati fiscali minori relativi al mancato pagamento di tasse per il 2017 e 2018, per una somma totale di circa 1,2 milioni di dollari. L’altro reato per il quale si dichiarerà colpevole è il possesso illegale di un’arma acquistata nel 2018, una Colt Cobra 38 special, nonostante i suoi problemi di dipendenza da cocaina che gli avrebbero, se dichiarati, impedito di possedere un’arma.
L’avvocato di Hunter Biden, Christopher Clark, ha dichiarato che l’indagine di cinque anni è così risolta: «So che Hunter ritiene importante assumersi la responsabilità per gli errori commessi durante un periodo della sua vita di turbolenza e dipendenza». «Non vede l’ora di continuare il suo recupero e di andare avanti», ha aggiunto.
«Il presidente e la First Lady amano Hunter e lo sostengono nel percorso di ricostruzione della sua vita». Lo riferisce la dimora Bianca in una nota precisando che sul caso del figlio di Joe Biden, che ha raggiunto un accordo preliminare con i procuratori federali per dichiararsi colpevole di tre reati, «non ci saranno altri commenti».