A meno di due mesi di distanza dal lancio del loro primo chatbot Pi, la startup di intelligenza artificiale Inflection AI e il suo amministratore delegato Mustafa Suleyman, già cofondatore di Google DeepMind, hanno raccolto 1,3 miliardi di dollari di nuovi finanziamenti, che portano la società a un valore totale di circa 4 miliardi.
Lo riporta Forbes, specificando che a guidare l’investimento nell’azienda con sede a Palo Alto sono stati colossi come Microsoft e Nvidia e miliardari influenti nel campo della tecnologia come il cofondatore di LinkedIn Reid Hoffman, il cofondatore di Microsoft Bill Gates e l’ex ad di Google Eric Schmidt.
In un’intervista, Suleyman ha dichiarato che i protagonisti di questo finanziamento hanno scelto di compiere questo passo dopo che Inflection è stato “sommerso di offerte” per Pi. L’ad non ha voluto specificare quale parte delle risorse ricevute sia stata in dollari, ma ha comunque spiegato che “abbiamo tutti i soldi di cui abbiamo bisogno per correre e operare”. Pur non specificando a quanto ammontino ora le partecipazioni di Microsoft e Nvidia nella startup, Suleyman ha assicurato che nessuna delle due detiene un controllo simile a quello della proprietà, né altri diritti preferenziali.
Quel che è certo è che questo round di finanziamenti ha stretto ulteriormente il legame tra Inflection AI e i due colossi tecnologici statunitensi, che non a caso stanno concentrando molte attenzioni sull’intelligenza artificiale. Microsoft è anche uno dei maggiori investitori in OpenAI ed è già il partner di cloud computing di Inflection. Con quest’ultima, Nvidia ha invece lavorato a stretto contatto sull’implementazione del suo chip dell’IA generativa H100.
Grazie a questo finanziamento da 1,3 miliardi, Inflection prevede di continuare a sviluppare Pi, migliorando la sua capacità di dialogare con gli utenti. Un percorso che, nelle intenzioni di Suleyman, porterà la startup ad attrarre nuovi investitori, ma non tra le società di venture capital: “Mi aspetto – ha spiegato – che continueremo a crescere a un ritmo accelerato. Ma la nostra struttura non può essere aiutata in questo senso dalle normali società di venture capital. Quello che cerco personalmente come amministratore delegato dai finanziatori è un consiglio, per beneficiare della saggezza della loro esperienza“.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2023-06-30 10:11:28 ,