Sul Sole c’è appena stata una lunghissima esplosione. Nelle prime ore di martedì 18 luglio, infatti, l’intensa attività della nostra stella ha generato tre brillamenti, o eruzioni solari, che potrebbero causare piccoli problemi sulla Terra, per esempio alle comunicazioni satellitari e alle reti elettriche. Secondo quanto riportato da SpaceWeather.com, la produzione di radiazioni del terzo e più potente brillamento, generato dalla macchia solare Ar3363, è rimasta ai livelli di classe M per ben quattro ore.
I brillamenti solari
Ricordiamo che i brillamenti solari sono esplosioni di radiazioni provenienti dal Sole e vengono classificati in base alla loro intensità. La classe X, per esempio, è la più potente, seguita poi dalla classe M e dalle C, B e A, che sono ciascuna progressivamente 10 volte più deboli. Sebbene l’esplosione non sia la più potente, ma sia stata classificata con la lettera M, è bastata comunque a generare un flusso di radiazioni solari, che, come spiega l’agenzia statunitense Nooa (National oceanic and atmospheric administration), possono interferire con i sitemi di comunicazione e geolocalizzazione, interrompendo l’attività dei satelliti e causando blackout radio.
Tempeste geomagnetiche in arrivo
Non solo: come ha osservato il coronografo del telescopio spaziale Soho della Nasa e dell’Esa, il potente brillamento ha anche prodotto il fenomeno di espulsione di massa dalla corona solare (Cme), lanciando nello spazio una gigantesca “bolla” di particelle cariche chiamata plasma. Poiché la radiazione emessa dai brillamenti solari viaggia alla velocità della luce, raggiunge la Terra abbastanza velocemente, ma le Cme e altri materiali prodotti dai brillamenti viaggiano più lentamente attraverso lo spazio. Gli scienziati, quindi, si aspettano che questa esplosione raggiunga le vicinanze della Terra il 20 luglio generando tempeste geomagnetiche, anche se non è previsto che colpisca direttamente il nostro pianeta.
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Il ciclo solare
L’attività del Sole aumenta e diminuisce in uno schema di 11 anni noto come ciclo solare. Gli scienziati seguono questa attività in base al numero di macchie solari visibili. Durante il minimo solare, per esempio, possono passare mesi senza che ci siano macchie. L’attuale ciclo solare, il Solar Cycle 25, è iniziato a dicembre 2019 e si prevede che raggiunga il massimo nel 2025 prima che la sua attività svanisca nuovamente.
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di Marta Musso www.wired.it 2023-07-19 10:23:02 ,