È una presa di posizione dura, frasi che lasciano poco margine a qualsiasi dubbio. E destinate a riaprire la polemica già scoppiata il 2 agosto in occasione del 43simo anniversario della strage della stazione di Bologna in cui morirono 85 persone e ne rimasero ferite 200. Anche perché suonano in opposizione a quanto dichiarato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ad affidarle a un post sul suo profilo Facebook è l’ex terrorista nero Marcello De Angelis, cognato dell’ex Nar Luigi Ciavardini e oggi portavoce di Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. Suo fratello, Nanni, fu arrestato insieme a lui e a Ciavardini il 23 settembre 1980 per appartenenza ai Nar e morì in carcere il 5 ottobre dello stesso anno.
Il riferimento a Mattarella
Scrive De Angelis: «Il 2 agosto è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze). La differenza tra una persona d’onore e uno che non vale niente è il rifiuto di aderire a versioni di comodo quando invece si conosce la verità. E accettare la bugia perché così si può vivere più comodi».
«Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla»
«Con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini (condannati in via definitiva come esecutori materiali, ndr). Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali” – prosegue De Angelis -.
E se io dico la verità, loro – ahimè – mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage».
Ipotesi depistaggi
Il portavoce della Regione Lazio prosegue nelle sue forti dichiarazioni: «Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi – conclude lanciando accuse -, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere. A me, con questo ignobile castello di menzogne, hanno tolto la serenità, gli affetti e una parte fondamentale della vita. Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi…».
Bonaccini: «Ignobile e bugiardo»
Il post ha scatenato numerose reazioni di protesta, fra le più dure, quella di Stefano Bonaccini: «Ignobile e bugiardo. Venga a dirle a Bologna queste cose. Guardando negli occhi i famigliari delle vittime della strage fascista del due agosto» ha scritto su Twitter il presidente della Regione Emilia-Romagna.
Il secondo post nella notte
Nella notte, dopo il clamore suscitato, De Angelis ha scritto un nuovo post per tornare sull’argomento: «Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello deceduto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso».
«Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di
esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata
su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo
nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello deceduto, vittima di uno
degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con
l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E
quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni
analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio». Lo scrive su Facebook
Macello De Angelis,
portavoce della Regione Lazio, dopo le polemiche seguite a un suo precedente
post sulla strage di Bologna. «Ho detto quello che penso – si legge nel post
pubblicato nella notte – senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per
questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono
orgoglioso».
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di
roma.corriere.it
2023-08-06 03:06:00 ,