Chi è e dove si trova adesso Danilo Restivo, condannato a 30 anni di carcere per aver ucciso Elisa Claps, la studentessa 16enne di Potenza scomparsa nel 1993 e i cui resti mummificati furono ritrovati il 17 marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità del capoluogo lucano.
Danilo Restivo è stato condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio di Elisa Claps, la studentessa 16enne di Potenza scomparsa nel 1993 e i cui resti mummificati furono ritrovati il 17 marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità del capoluogo lucano grazie alla segnalazione di alcuni operai che stavano riparando una perdita d’acqua. Una storia, fatta di colpi di scena e depistaggi, che ha rappresentato uno dei primi casi di cronaca nera italiana, di cui quest’anno ricorre il trentennale.
Al momento, Restivo, condannato in via definitiva per l’omicidio Claps nell’ottobre del 2014, sta scontando la pena detentiva in Inghilterra, dove è stato condannato anche per un altro delitto, quello di Heather Barnett, una sarta inglese di 48 anni uccisa il 12 novembre 2002 a Charminster, un villaggio del Dorset nei pressi di Bournemouth.
Perché Danilo Restivo ha ucciso Elisa Claps nel 1993
Elisa Claps scomparve la mattina del 12 settembre 1993: si stava recando in chiesa per prendere parte ad una funzione religiosa insieme all’amica Eliana quando se ne persero le tracce. Le due si separarono perché Elisa avrebbe dovuto incontrare un ragazzo più grande nella Chiesa della Trinità. Indagini successive hanno fatto emergere che quel ragazzo era proprio Danilo Restivo.
All’epoca Restivo aveva 21 anni: era originario di Erice, in Sicilia, ma si era trasferito da ragazzino a Potenza con la famiglia, dove il padre Maurizio aveva assunto l’incarico di direttore della Biblioteca nazionale potentina. Sentito dagli inquirenti subito dopo la scomparsa della ragazza, emersero già i primi dubbi sulla sua posizione, in particolare relativa alla ricostruzione degli spostamenti di quel giorno.
Il giovane, poco dopo la scomparsa di Elisa, si era recato in pronto soccorso ricoperto di sangue, raccontando di essere caduto in un cantiere. All’epoca gli inquirenti non avevano prove per incriminarlo – non vennero sequestrati neppure i suoi indumenti – e fu così lasciato a piede libero.
Le prove contro di lui e gli atteggiamenti “problematici”
Solo più avanti si scoprirà che Restivo in passato aveva tormentato diverse ragazze. Era solito far partire telefonate mute, con la colonna sonora di Profondo Rosso in sottofondo o il brano Per Elisa di Beethoven. Oltre a quella, diventata famosa, di tagliare ciocche di capelli di giovani ragazze.
Come ha scritto la criminologa Anna Vagli su Fanpage.it “Danilo Restivo presenta sicuramente una personalità sociopatica e aggressiva. Un soggetto disturbato, con tratti e turbe sadiche. Il feticismo è una parafilia, ossia attiene alle alterazioni della sfera sessuale. Per Restivo il feticcio era rappresentato dalle ciocche di capelli di Elisa. Che, nella sua versione patologica, avevano un significato preciso: placavano il suo bisogno di rivivere l’eccitazione dell’azione omicidiaria. Come ogni serial killer che si rispetti, Danilo ha concentrato il suo interesse sessuale solo su di una parte della vittima. Dimenticandosi di tutto il resto del corpo”.
Restivo, dopo il ritrovamento del cadavere di Elisa, è stato incastrato da una macchia di sangue mista rinvenuta sulla maglietta della 16enne: si è scoperto che il Dna della vittima era mischiato a quello del suo aggressore.
Come si è arrivati all’arresto, i processi in Inghilterra e in Italia
Elisa Claps e Danilo Restivo
Prima del ritrovamento del corpo di Elisa Claps, non essendoci prove sufficienti contro di lui, Restivo si trasferì nel Regno Unito, precisamente a Bournemouth, dopo aver cominciato una relazione a distanza con una donna di 15 anni più grande di lui, Fiamma Marsango.
Il 12 novembre 2002 la sua vicina di dimora, Heather Barnett, madre di due figli che lavorava come sarta, venne trovata morta in bagno. Fu stata uccisa a colpi di forbice e in mano aveva una ciocca di capelli. Nel corso delle indagini, la polizia inglese, anche grazie ad un’azione coordinata con la polizia italiana, raccolse una serie di prove contro Restivo, che era stato più volte a dimora della vittima per commissionarle delle tende. Fu così che si scoprì che era solito pedinare alcune donne.
L’uomo venne fermato nel maggio del 2010 e condannato all’ergastolo per il delitto Barnett nel 2011, dopo il ritrovamento dei resti di Elisa Claps nel sottotetto della chiesa potentina. Proprio in Italia l’8 novembre di quello stesso anno cominciò a Salerno il processo in cui Restivo era accusato di omicidio volontario aggravato nell’ambito del caso Claps. Nel 2014 arrivò la sentenza definitiva di condanna a 30 anni di carcere.
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di Ida Artiaco
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2023-09-12 04:02:51 ,