L’omicidio Giulia Tramontano .Nel sangue, nei capelli e nei tessuti di Giulia Tramontano, uccisa a coltellate dal compagno Giuseppe Impagnatiello, così come sul feto che portava in grembo, sono state trovate tracce di veleno per topi
Le indagini sul caso di Giulia Tramontano, la giovane incinta uccisa con 37 coltellate dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, stanno per giungere a una conclusione. La procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella, la sostituta procuratrice Alessia Menegazzo e le forze dell’ordine stanno attualmente conducendo gli ultimi accertamenti, con un’attenzione particolare alle ricerche effettuate da Impagnatiello su internet riguardo a metodi per uccidere qualcuno attraverso l’ingestione di veleno per topi.
La tragica vicenda ha visto l’indagato somministrare dosi di veleno e ammoniaca alla sua compagna per mesi, senza mai riuscire a ucciderla, come rivelato dalle analisi mediche condotte sul corpo della ragazza. Giulia, in diverse occasioni, aveva avvertito di sentirsi “drogata”, senza mai sospettare che fosse stato il suo compagno a somministrarle queste sostanze. Aveva persino scritto a un’amica di aver acquistato dell’acqua che sapeva di ammoniaca.
Impagnatiello aveva effettuato tali acquisti su internet usando un nome fittizio, “Andrea Valdi”. La sua motivazione dietro la scelta di questo nome rimane sconosciuta.
Gli ultimi accertamenti sul computer e il cellulare di Impagnatiello indicano che l’indagato aveva già pianificato di uccidere la compagna, confermando le ipotesi di premeditazione sostenute dalla Procura sin dall’inizio delle indagini. Questo aspetto non era stato riconosciuto immediatamente dal giudice per le indagini preliminari, ma i tentativi di avvelenare Giulia già nel mese di febbraio potrebbero ora chiarire la volontà di Impagnatiello di uccidere la compagna. In aula, durante il processo, Impagnatiello avrà l’opportunità di difendersi e spiegare le sue ricerche su internet.
L’autopsia ha confermato che Giulia Tramontano è morta a causa delle 37 ferite inflitte da Impagnatiello, e non è stata stordita prima dell’aggressione. Le ferite sulle braccia di Giulia indicano che la ragazza ha cercato di difendersi durante l’attacco.
Il piano di Impagnatiello era di far credere che Giulia si fosse allontanata volontariamente e poi convincere gli investigatori che si fosse suicidata per evitare l’arresto. Tuttavia, le autorità non hanno mai creduto alla sua versione dei fatti. Le perquisizioni in casa della coppia hanno rivelato numerose tracce di sangue, nonostante i tentativi di pulizia da parte di Impagnatiello. Alla fine, l’uomo ha confessato il delitto e indicato il luogo in cui aveva nascosto il cadavere, a meno di un chilometro da casa. Il corpo era stato avvolto in sacchi per i rifiuti. Ora, si attende la chiusura delle indagini e l’inizio del processo.