Dal 2012 è presente in Russia, dove è diventando leader di mercato. Nel 2013 è stato lanciato in Brasile, poi in Francia e nel 2017 in Spagna. Nel 2019, in occasione del Netcomm Forum, Aliexpress ha annunciato l’apertura del markeplace ai venditori italiani, diventando di fatto in Italia il primo grande competitor per Amazon. Una mossa arrivata a cavallo dell’adesione dell’Italia alla Belt and Road Initiative, la Nuova via della seta, da cui ora il governo Meloni sembra destinato a uscire. I venditori italiani possono oggi aprire il loro ecommerce su Aliexpress senza alcun costo di registrazione. Ai venditori verranno addebitate solo le commissioni sulle vendite, in base alla categoria dei prodotti, con percentuali che vanno dal 5% all’8%, quindi decisamente inferiori rispetto a quelle di Amazon. Non ci sono commissioni per listing, numero di prodotti, apertura o chiusura dell’account.
Shein
In Italia ha preso piede anche Shein, piattaforma cinese che ha di fatto coniato il concetto di fast fashion. Fondata nel 2008, la missione dichiarata dell’azienda è quella di rendere accessibili a tutti le ultime tendenze della moda e ci è certamente riuscita. Se inizialmente Shein era una piccola azienda B2B, nel 2014 è passata a un modello direct-to-consumer (dtc), che ha segnato l’inizio della sua rapida crescita. Nel 2020 l’azienda, quotata in Borsa, è stata valutata 15 miliardi di dollari.
Uno dei fattori chiave che hanno contribuito all’ascesa di Shein è la sua capacità di portare rapidamente la moda ispirata alle passerelle ai consumatori a una frazione del costo abituale. L’azienda sfrutta la sua catena di approvvigionamento e le sue capacità produttive per introdurre ogni giorno migliaia di nuovi articoli nel suo negozio online. Questo costante afflusso di nuovi modelli consente a Shein di essere all’avanguardia e di soddisfare i diversi gusti della sua clientela globale.
Shein si affida molto ai dati e alle analisi per capire le preferenze dei clienti e adattare le sue offerte di prodotti. Questo approccio aiuta l’azienda a rimanere agile e reattiva alle mutevoli tendenze del mercato. E si appoggia con forza sulle campagne di comunicazione e di marketing su social media dedicati a un pubblico giovane come Instagram e TikTok. Tuttavia, dopo il successo iniziale, l’azienda è finita nell’occhio del ciclone per temi come la sostenibilità ambientale di modelli di fast fashion, il pagamento del lavoro e della manodopera e la stessa qualità dei prodotti venduti.
Wish
Il modello di Shein non è lontano da quello di un altro attore cinese che ha guadagnato uno spazio importante nelle abitudini di acquisto degli utenti italiani. Si tratta di Wish. Fondato nel 2010 da Peter Szulczewski e Danny Zhang, ha sin da subito offerto una vasta gamma di prodotti a prezzi incredibilmente bassi. Così come Shein e Temu, anche Wish fonda la possibilità di imporre prezzi così ridotti perché mette in contatto i consumatori con una rete globale di fornitori, principalmente cinesi, eliminando gli intermediari e rifornendosi direttamente dai produttori.
Wish ha una base clienti globale e spedisce prodotti in oltre 100 Paesi. L’azienda è riuscita a capitalizzare con successo il commercio via smartphone, con il suo approccio incentrato sulle app che attrae un pubblico più giovane. Non è certo raro vedere adolescenti utilizzare l’app di Wish per fare degli acquisti a basso costo in qualsiasi momento e qualsiasi luogo si trovino. Un modello che ha peraltro spinto anche altri concorrenti a provare ad adattarsi e soprattutto ad adattare la propria offerta via mobile.
Su Wish non si cerca, si trova. E si seguono magari consigli e raccomandazioni. Il modello è quello di spingere all’acquisto per curiosità e per provare qualcosa di nuovo, favoriti anche dal prezzo molto basso. Non a caso la promessa è quella di favorire uno “shopping divertente”. A inizio 2022 si era diffusa la notizia della possibile chiusura di Wish in Italia, causando il panico tra i tantissimi utenti dell’app. Notizia poi smentita dall’azienda, che anzi ha confermato l’interesse e la presenza sul mercato italiano.
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di Lorenzo Lamperti www.wired.it 2023-09-25 05:00:00 ,