Il Parlamento spagnolo ha confermato il suo no, questa volta definitivo, all’investitura come premier di Alberto Nunez Feijoo. Con 177 no e 173 sì – uno in più rispetto a mercoledì perché il deputato di Junts Eduard Pujol si è sbagliato a votare – si è chiuso quindi il tentativo del leader del Pp, arrivato primo alle elezioni di luglio, di formare un governo di centrodestra, con la partecipazione del partito di estrema destra Vox.
Verso nuovo incarico a Sanchez
Si va quindi verso un nuovo incarico del premier Pedro Sanchez, che dovrebbe essere convocato dal re Felipe VI la prossima settimana. Feijoo, intanto, ha lanciato un duro attacco al leader socialista, accusandolo di voler formare “un governo di bugie e inganni”, in coalizione con i separatisti catalani.
Una volta ricevuta l’investitura, Sanchez avrà fino al 27 novembre per formare un nuovo governo, altrimenti si dovrà andare a nuove elezioni.
Nodi da sciogliere e negoziati
Per riuscire ad avere la maggioranza per governare, Sanchez ha bisogno del sostegno dei due partiti indipendentisti catalani, Junts e Erc, che pongono come condizioni irrinunciabili una legge di amnistia per i condannati per il tentativo di secessione nel 2017 e un referendum per l’indipendenza catalana. Si prevedono, dopo l’investitura ufficiale di Sanchez, giorni e settimane di duri negoziati per il leader socialista.
Da parte sua, Feijoo ha detto che gli spagnoli hanno davanti “il governo della menzogna o il ritorno alle urne”. “Amnistia sì o no? Referendum sì o no? Io dico no, cosa dice lei signor Sanchez?”, ha aggiunto il leader popolare sfidando il premier socialista a “dire senza mezzi termini alla Spagna quello che dovrà sopportare se tornerà ad essere presidente del governo”.
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2023-09-29 13:44:00 ,