Domenica 24 settembre, una capsula che trasportava un campione dell’asteroide Bennu ha attraversato l’atmosfera terrestre ed è atterrata nel deserto dello Utah. La missione Osiris-Rex però non è ancora finita: ora il pregiato carico dovrà essere tenuto al sicuro e poi aperto con cura prima di poter condurre qualsiasi analisi scientifica.
Per prima cosa i tecnici del Johnson Space Center della Nasa a Houston, in Texas, inizieranno a smontare la capsula pezzo per pezzo per arrivare al contenitore interno che contiene il campione di asteroide. Il processo serve a evitare che qualcuno possa accidentalmente danneggiare il contenitore o compromettere le future ricerche scientifiche. “Siamo davvero entusiasti e impazienti di vedere il campione, ma siamo abbastanza pazienti da aprirlo progressivamente e assicurarci che rimanga al sicuro“, spiega Pierre Haenecour, un membro del progetto Osiris-Rex che si occuperà dell’imaging iniziale e dell’analisi chimica di tutte le particelle fini rimaste attaccate all’esterno del contenitore.
All’interno, la capsula potrebbe contenere fino a 250 grammi di rocce e polveri spaziali. Dante Lauretta, scienziato planetario e capo del team di Osiris-Rex, sottolinea che non si aspetta di trovare materiale biologico: “Nessuna forma di vita che conosciamo potrebbe sopravvivere in un ambiente di quel tipo. Siamo più preoccupati dalla possibilità che la biologia terrestre possa contaminare il campione“, ha detto Lauretta nel corso di una conferenza stampa della Nasa dopo l’atterraggio del 24 settembre. Bennu però è un asteroide ricco di carbonio che esiste da miliardi di anni e potrebbe rivelare informazioni sulla formazione di pianeti rocciosi nelle fasi iniziali del sistema solare, tra cui anche la Terra.
Dopo una discesa mozzafiato, durante la quale l’atmosfera ha riscaldato la capsula oltre i 2700 gradi, la sonda è atterrata bruciacchiata ma intatta alle 8:52 ora locale in un campo di addestramento del Dipartimento della difesa statunitense nello Utah. Il personale militare è stato incaricato di verificare che nell’area di atterraggio non vi fossero ordigni inesplosi e che il velivolo ancora caldo non emanasse gas tossici.
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di Ramin Skibba www.wired.it 2023-10-02 04:50:00 ,