Dalla letteratura alla serialità il passo è breve. Lo è anche per Valeria Golino e il suo adattamento del romanzo postumo L’arte della gioia di Goliarda Sapienza (ed. Einaudi), prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film e attualmente in postproduzione. Ne ha parlato l’attrice e regista durante le celebrazioni di “Sky 20 anni”, raccontando come conoscesse il romanzo sin da ragazza. La storia l’aveva colpita tanto da pensare in un primo momento di interpretarla lei stessa come attrice, nei panni di Modesta. Passati anni ha deciso di realizzarne invece un suo adattamento da regista, dopo che per parecchio tempo autori, registi e produttori hanno provato invano a farne un film. Perché l’adattamento di questo romanzo risulta così complesso? «Perché è una bestia a tre teste di letteratura barocca, disordinata, scabrosa, qualche volta addirittura dimenticante di tutte le regole della letteratura», risponde Golino.
Guai a parlare di trasposizione fedele: «I puristi de L’Arte della Gioia si arrabbieranno: la serie non sarà un copia-incolla del romanzo», avverte subito la regista, sottolineando come fosse impossibile raggiungere la profondità del romanzo e pareggiarne la bellezza. Per questo ha deciso di fare altro, «trattenere un po’ di quella bellezza, di quella scabrosità e scorrettezza, in maniera organica rispetto al racconto televisivo». Quello della serie, continua, non è più il racconto del libro, la narrazione è direttamente influenzata dalla sua sensibilità e anche l’estetica è cambiata, grazie alla scrittura a più mani durata tre anni della stessa Golino con Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo.
Leggi tutto su www.wired.it
di Claudia Catalli www.wired.it 2023-10-04 15:25:02 ,