“Il lavoro”, che l’Italia “ha scelto di porre a suo fondamento”, è “un diritto, e l’impegno costituzionale sottolineato dall’articolo 4 chiama a promuovere le condizioni per renderlo effettivo”. E, al tempo stesso, attribuisce “un dovere: quello di svolgere un’attività o una funzione che concorra alla crescita materiale o spirituale della società”.
Parla di “simmetria tra diritti e doveri dei cittadini”, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando che tra “i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” c’è anche quello di pagare le tasse, ovvero di “concorrere alle spese pubbliche in ragione della sua capacità contributiva”. E lo fa durante la cerimonia al Quirinale di premiazione dei Cavalieri del lavoro nominati il 2 giugno 2023.
Chi sono i cavalieri del lavoro
Venticinque nomi da Mariella Amoretti (Parma), ad del gruppo di famiglia Amoretti Armatori attivo nell’industria, a Mario Biasutti (Udine), tra i principali produttori italiani di pelletteria di alta gamma, da Rosa Maria Luisa Cassata (Milano) dell’industria chimica all’orafa artigiana Maria Grazia Cassetti (Firenze).
E ancora: Gregorio Chiorino (Biella) o Giovanni Clementoni (Ancona), famoso produttore di giocattoli. Cristina Crotti (Cremona) o Roberto Danesi (Roma), attivo nella torrefazione del caffè. Armando De Nigris (Napoli) che produce aceto balsamico di Modena I.G.P, Stefano Domenicali (Regno Unito), presidente e amministratore delegato di Formula 1, Marco Galliani (Bologna), Enrico Grassi (Reggio Emilia), Pierluca Impronta (Roma), Giovanni Laviosa (Livorno).
E poi Piernicola Leone De Castris (Lecce), ad dell’omonima azienda vinicola fondata nel 1665 nel leccese, Arnaldo Manini (Perugia), Averardo Orta (Bologna), Fabrizio Parodi (Genova), presidente di Interglobo, attivo nella logistica, Mario Alberto Pedranzini (Sondrio), consigliere della Banca popolare della sua città, Carlo Pesenti (Bergamo), Massimo Renda (Napoli), presidente della Caffè Borbone, Iolanda Riolo (Palermo) dei saloni automobilistici creati da suo padre, Stefania Triva (Brescia), Francesco Paolo Valentini (Pescara), Bruno Vianello (Treviso).
L’augurio ai giovani alfieri
Mattarella si è congratulato anche con i 25 giovani alfieri del lavoro, i ragazzi più bravi d’Italia, che “hanno ottenuto nei loro percorsi di studi le valutazioni più elevate. Non bastano – ha sottolineato però il presidente – le doti personali e l’impegno per conseguire alti traguardi: è necessaria anche la passione. Sentimento che, vi auguro, non vi abbandoni mai”.
“Questa cerimonia – ha detto ancora – reca il segno di un’alleanza generazionale. Perché chi ottiene di più sa di dover avvertire su di sé una responsabilità maggiore nel promuovere il benessere complessivo della comunità in cui vive”. E “la crescita, la coesione della società guarda al futuro”. Così come “le imprese, con il lavoro, le competenze, le tecnologie che valorizzano – concorrono a indicare il senso di marcia. Muovono interessi e ne creano di nuovi. Aprono frontiere, mettono in movimento persone, incidono su luoghi e territori”.
“Italia tra costruttori di un’Europa di pace”
“L’italia – ha concluso – non sia un passeggero del treno Europa del quale controllare i titoli di viaggio, ma ne sia uno dei conduttori, un artefice insostituibile”. E se “l’Europa talvolta stenta a dispiegare la forza nel suo insieme” è dovuta a una “costruzione ancora incompleta, all’attardarsi in polemiche sterili. La storia ora ci chiama a una responsabilità. L’aggressione russa in Ucraina, il barbaro attacco di Hamas contro Israele con la spirale di violenze che si è perseguita, la destabilizzazione che rischia di coinvolgere l’intero Medio Oriente reclamano” invece “un’Europa capace di esercitare la propria positiva influenza. Un continente capace di testimoniare con convinzione i propri valori di pace, cooperazione, rispetto dei diritti delle persone e dei popoli”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-10-18 12:21:33 ,www.repubblica.it