Ma il caos era solo all’inizio.
La disinformazione sui social
Nelle ore successive all’attacco l’account ufficiale dello stato d’Israele su X, @Israel, ha postato un video presentandolo come la prova del fatto che l’esplosione era stata causata da un razzo lanciato dai militanti del Movimento per il jihad islamico, che aveva colpito per errore l’ospedale. Ma nel giro di pochi minuti,Aric Toler, un ex ricercatore di Bellingcat che ora lavora per il New York Times, ha fatto notare che l’orario del video indicava le 20:00 ora locale, più di un’ora dopo l’esplosione.
“Quando si vedono persone in ruoli del genere fare una dichiarazione, ritrattarla, pubblicare un video e poi cancellarlo, per noi diventa difficile fare il nostro lavoro e per il pubblico capire cosa sta succedendo“, afferma Koltai.
L’account ufficiale di Israele ha successivamente modificato il post rimuovendo il video, lasciando però l’affermazione che sottolineava che l’esplosione non era stata causata da un attacco israeliano.
Nel frattempo, i social media sono stati inondati di video e immagini spacciati per prove dell’origine degli attacchi, con molti account che esprimevano giudizi definitivi sui presunti responsabili dell’attacco senza però presentare evidenze.
Per gli esperti della comunità Osint che hanno dedicato anni a lavorare su incidenti come questo, la confusione e la disinformazione sono motivo di frustrazione. Per capire cosa è successo ci vuole tempo, e l’ondata di disinformazione ha reso questo lavoro più difficile.
“Stiamo cercando di tracciare un razzo, di notte, da un paio livestream, una telecamera di sicurezza e la telecamera di un telefono – spiega a Wired US un ricercatore Osint, che sui social media scrive in forma anonima usando lo username OSINTtechnical –. E ci sono attori malintenzionati che cercano di proposito di confondere le acque. Direi che abbiamo ancora un numero accettabile di risorse per indagare su Gaza, ma ci vuole un po’ di tempo per analizzare tutto fino in fondo“.
Il ricercatore aggiunge che il suo lavoro è stato complicato enormemente dagli organi di informazione che hanno indicato in Israele il responsabile dell’esplosione.
Koltai racconta di aver iniziato a cercare di capire cosa fosse successo poche ore dopo l’incidente. Nonostante sia stato tra i primi a indagare sull’incidente, nel pomeriggio di mercoledì 18 ottobre Bellingcat non aveva ancora confermato le modalità dell’attacco né i responsabili. Anche il team di fact-checking della Bbc, Verify, ha pubblicato un’analisi sull’esplosione sulla base delle informazioni disponibili, ma non è stato in grado di concludere cosa sia successo esattamente. Alcuni video ripresi con dei telefoni cellulari e diffusi sui social media sembrano mostrare il momento dell’esplosione da diverse angolazioni. Un diretta di Al Jazeera mostra due lampi, uno più lontano dalla telecamera e uno molto più vicino, che secondo alcuni immortalerebbero il lancio del razzo, seguito dall’esplosione. In altri filmati si vedono il parcheggio dell’ospedale e quello che sembra essere un piccolo cratere causato dall’impatto. I filmati mostrano danni a diverse auto, ma solo danni minori all’esterno dell’ospedale.
Leggi tutto su www.wired.it
di David Gilbert www.wired.it 2023-10-20 04:50:00 ,