La proposta elettorale di Milei, che viene definito come politico di destra e appartiene al Partito libertario, comprende l’adozione governativa dei bitcoin e l’abolizione della Banca centrale dell’Argentina. Soluzioni estreme, ma chiunque vinca le elezioni argentine dovrà affrontare quella che potrebbe essere una serie di colloqui molto scomodi con il Fondo monetario internazionale (Fmi). L’Argentina è il più grande Paese debitore del fondo e deve ancora 44 miliardi di dollari di un prestito di 57 miliardi di dollari concesso dal Fmi nel 2018. I principali rivali di Milei, al momento al comando dei sondaggi, sono l’attuale ministro dell’economia Sergio Massa e l’ex ministra della sicurezza Patricia Bullrich.
Milei, Argentina e bitcoin
Oltre che per la passione per i bitcoin – ma non è ancora chiaro in che modo voglia regolarizzarli – Milei si è fatto conoscere grazie a comizi accesi, dove oltre alle sue iconiche basette appare spesso con una motosega. Con questo strumento, il candidato vuole metaforicamente tagliare il vecchio establishment politico della nazione; quando gli è stato chiesto della spesa pubblica, si è definito un “anarco-capitalista“. La propaganda di Milei attinge a un bacino profondo di malcontento tra gli argentini nei confronti degli ultimi governi.
La sua popolarità è salita alle stelle tra i giovani argentini, grazie all’insistenza sul fatto che il bitcoin è un’alternativa migliore persino dell’oro e dell’argento. Tuttavia, la situazione appare problematica: la Banca centrale dell’Argentina, quella che Milei vuole abolire, a maggio ha vietato ai fornitori di pagamenti di consentire le transazioni in criptovalute. Bisognerà attendere l’esito delle urne per vedere in quanti hanno deciso di seguire le sue promesse. L’interesse per le cripto è in costante crescita in Argentina e in tutto il mondo, ma è importante che qualsiasi candidato che promuova questa tecnologia riconosca anche la necessità di una regolamentazione adeguata. La mancanza di regolamentazione può portare a un ambiente finanziario instabile e all’uso improprio delle valute, un problema che gli argentini conoscono bene e che non vogliono più affrontare.
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di Andrea Indiano www.wired.it 2023-10-21 05:00:00 ,